La ricerca italiana sulle rinnovabili
Esattamente un anno fa, il Portogallo ha dimostrato come le energie pulite e rinnovabili siano in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di un’intera nazione: secondo l’analisi del centro…… more
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Per anno solare. Il consumo è al livello più basso degli ultimi 12 anni. Da notare che il consumo è al livello più basso in senso assoluto.
Per una migliore lettura degli ultimi 7 anni.
Qui vediamo, dal Gennaio 2006 ad oggi, i mesi in sequenza che rivelano una linea che indica una stabilizzazione dei consumi da un anno a questa parte.
Nel prossimo grafico si evidenzia una sequenza di barre negative relative alle percentuali degli ultimi 48 mesi con un salto in terreno positivo per la maggior parte dei mesi estivi del 2015 dovuti esclusivamente al caldo eccezionale e al conseguente uso/abuso dei condizionatori, per poi tornare al segno rosso. Persiste il calo in tutti i mesi del 2016 fatta eccezione di dicembre 2106 gennaio 2017 con un consumo superiore forse dovuto al freddo stagionale.
Adesso prendiamo visione del grafico, significativo e chiaro, che rappresenta l’andamento dei consumi come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese trascorso. Esso disegna il crollo progressivo, sempre confermando il solito profilo a gobba di cammello in ginocchio intento a bere, con la lingua fuori. Ha sete. Dopo la crescita dei mesi estivi dell’anno passato a causa delle condizioni climatiche contingenti ed eccezionali, con i mesi estivi particolarmente bollenti del 2015, si nota un ultimo periodo tra una lieve crescita e un ritorno verso la discesa negli ultimi mesi.
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L’articolo Chiusura della governance dei rifiuti organici proviene da Decrescita Felice Social Network.
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Se pensiamo che solo l’ENI sia l’orco dell’ambiente, non e’ cosi.
Se pensiamo che il solo il governo italiano sia lo svenditore delle nostre terre non e’ cosi.
E’ una caratteristica instriseca dei pozzi di petrolio quella di perdere, di inquinare, di cedere, di emettere monnezza. Sono fatti cosi, e con il tempo, tutti i guai arrivano in superficie o sottoterra.
Non ci si puo’ fare niente, non ci sono accortezze, modelli matematici, prevenzione o danze del ventre che al 100% possano evitare guai all’ambiente.
E siccome siamo (ancora per poco spero!) in una petrol-societa’ e gli affari sono tanti, e grossi, ecco qui la collusione petrolio-politici, soldi-tangenti, imbrogli-bugie. C’e’ da mangiare per tutti. E’ da questa collusione che nasce il tuttapposto, il minimizzare, il nascondere la verita’.
In alcune parti del mondo e in alcuni governi, e’ piu’ facile fare queste cose, come in Nigeria o in Alberta; altrove e’ piu’ difficile perche’ esiste maggiore sensibilita’ democratica o ambientale.
L”Italia, ciascuno puo’ collocarla dove vuole in questa lista.
Ma se potessero, i petrolieri di tutto il mondo tirerebbero fuori il petrolio con accortezza ZERO per l’ambiente. A salvare l’ambiente non ci si guadagna a Wall Street. Li contano solo i barili.
Beh, adesso viene fuori che nell’Aprile del 2016 un pozzo australiano ha perso petrolio per due mesi, con il rilascio di piu’ di 10,500 litri di greggio SENZA che alla popolazione venisse detto niente.
DUE MESI DI SEGRETI.
A tuttoggi non e’ dato sapere ne dove sia successo, ne in che data esatta, ne chi fosse l’operatore.
E prima che si dica che queste sono fake news, la notizia e’ stata data in varie parti del mondo da testate nazionali.
Come si e’ venuto a sapere?
Perche’ il National Offshore Petroleum Safety and Environmental Management Authorityabbreviato in NOPSEMA, l’ente che si occupa della petrol-sicurezza nel mare d’Australia lo scrive nel suo rapporto annuale che e’ appena uscito per il 2016. Le loro stime erano di 175 litri al giorno per due mesi, appunto.
Dicono che il tutto era causato da una guarnzione che si era consumata.
Era solo l’usura, il passare del tempo che ha portato a questo, senza che nessuno se ne accorgesse.
Uno ci deve pensare. Una guarnizione consumata e due mesi di monnezza in mare.
Il NOPSEMA pero’ non rilascia informazioni maggiori per “confidenzialita'”.
Mmh.
Quindi il pubblico non ha il diritto di sapere CHI ha inquinato il loro mare? Dove l’abbia inquinato?
Beh, secondo il NOPSEMA no. Gli australiani questo diritto non ce l’hanno.
Addirittura, il NOPSEMA non rilascia nemmeno i progetti che le ditte, per legge, devono sottomettere con il loro proposto modus operandi in caso di incidente. In Italia questo problema non ce l’abbiamo, perche’ i) i pozzi italiani non perdono MAI 😂 e ii) perche’ tali progetti di come rimedieranno in caso di incidenti non sono richiesti.
Il NOPSEMA aggiunge pure che ci sono stati in Australia il 28% in piu’ di riversamenti a mare, sebbene l’attivita’ petrolifera qui sia calata del 40%.
Come detto milioni di volte, l’unica soluzione e’ di NON TRIVELLARE e di non farceli venire dal primo giorno.
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Stando a dati ancora provvisori, nel mese di aprile 2017 i consumi petroliferi italiani sono ammontati a poco più di 4,5 milioni di tonnellate, con un decremento pari all’8,2% (-406.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2016. Andamento fortemente condizionato da un calendario con due giorni lavorativi in meno.
La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di aprile è risultata pari a circa 2,4 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di benzina e 1,8 milioni di gasolio, con un decremento dell’8% (-203.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2016.
I prodotti autotrazione, condizionati come accennato da due giorni lavorativi in meno, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso ha mostrato un decremento del 7,7% (-49.000 tonnellate) rispetto ad aprile 2016, e il gasolio autotrazione dell’8% (-154.000 tonnellate).
Le vendite sulla rete di benzina e gasolio nel mese di aprile hanno segnato, rispettivamente, un decremento del 7,3% e del 4,9%.
Nel mese considerato le immatricolazioni di autovetture nuove sono diminuite del 4,6%, con quelle diesel che hanno rappresentato il 58,2% del totale (era il 54,3% nell’aprile 2016), mentre quelle di benzina il 31,6%.
Quanto alle altre alimentazioni, nel mese considerato, sale il peso delle ibride al 2,9% e del gpl al 6%; stabile quello delle elettriche allo 0,1%, mentre continua il calo del metano all’1,2%.
Nel primo quadrimestre 2017 i consumi sono stati invece pari a circa 19 milioni di tonnellate, con un decremento del 2,4% (-465.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2016.
La benzina nel periodo considerato, ha mostrato una flessione del 4,9% (-118.000 tonnellate) e il gasolio dell’1,9% (-142.000 tonnellate).
Nei primi quattro mesi del 2017 la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), pari a circa 10 milioni di tonnellate, evidenzia un calo del 2,6% (-260.000 tonnellate).
Nello stesso periodo le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate in crescita dell’8% con quelle diesel a coprire il 56,2% del totale (era il 55,7% nel quadrimestre del 2016) e quelle a benzina il 33,2%.
Le auto ibride hanno coperto il 2,8% delle nuove immatricolazioni, le elettriche si confermano allo 0,1%, quelle alimentate a GPL e a metano rispettivamente al 6,2% e all’1,5%.
Comunicato stampa unione Petrolifera
I nostri grafici
Qui di seguito sono i nostri grafici preparati grazie ai dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico riguardanti il consumo di petrolio. Dedicheremo a parte un post sul consumo dei carburanti nei prossimo giorni.
Il petrolio
Il grafico con i consumi di petrolio per anno solare. Il consumo mensile scende dello 8,0 % rispetto allo stesso mese dell’anno passato, il più basso degli ultimi 12 anni presi in considerazione.
Il grafico dei consumi con i mesi in sequenza dal Gennaio 2006.
Il grafico delle percentuali mese su mese dell’anno precedente dal Gennaio 2006. La curva tende a scendere precipitosamente.
Prossimamente osserveremo graficamente il consumo dei carburanti.
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