Commenti dalla Collina

Un tabù che ha bisogno di continue conferme.

Il fatto che la popolazione umana su questo pianeta sia ingombrante è un fatto che a me sembra evidente. Si possono fare tutti i distinguo e le raffinate analisi sociologiche ed economiche che si vuole. Resta il fatto che Homo sapiens e le sue specie alleate, animali e vegetali, stanno imponendo all’intera biosfera un’estinzione che ha già le caratteristiche delle altre cinque accertate nel passato. Se si crede nel messaggio che ci da la misura dell’impronta ecologica si può affiancare al numero di umani i loro consumi pro-capite e, argomentare (correttamente) sul fatto che il 90% della popolazione è meno influente del 10% più ricco. Se ne può trarre conclusioni politiche importante e, spesso, condivisibili, sulla necessità della redistribuzione. Benissimo. Ma questo non toglie che il tema della sovrappopolazione non possa essere messo in un angolo e dimenticato. Nemmeno se a farlo cerca di convincerci la rivista scientifica Nature con un articolo in cui mette fra i miti scientifici anche quello della sovrappopolazione. Bisogna far ricorso a tutte le doti di pazienza disponibili per non sbottare di fronte alla caterva di banalità con cui la giornalista scientifica Megan Scudellari affronta il tema della popolazione. Il principale argomento è che in realtà la crescita demografica non è più esponenziale. Come se notare questo dato di fatto fosse una prova che il problema della popolazione non esiste più. Come se, inoltre, ci fosse qualcuno di serio che lo nega. Una crescita esponenziale, come quella demografica della prima parte del secolo scorso, non può reggere in eterno e il fatto che ad un certo punto inizi a rallentare è un segno che qualcosa la sta ostacolando. Noi abbiamo qualche idea su cosa sia questo qualcosa: il raggiungimento dei limiti fisici del pianeta. Insomma l’articolo di Scudellari non è altro che un poutpourrì di quanto orecchiato dalla demografia ufficiale, quella accademica che aveva dato già prova di se anni fa sull’altra rivista scientifica di massimo grido: Science.

Questo eterno ritorno dello “sfatamento del mito della sovrappopolazione” è sempre ben accolto in almeno tre ambienti culturali e politici: l’insieme dei religiosi (da noi prevalentemente i cattolici di destra e di sinistra quasi senza distinzione), gli economicisti delle due scuole principali, keynesiani e liberisti, perché l’invecchiamento della popolazione è il loro incubo peggiore, e i social- comunisti che pensano che potremmo anche essere 10-20 miliardi purché fossimo tutti santi nella società liberata dalle classi e, finalmente, diventata il paradiso in terra. Una bella alleanza non c’è che dire per combattere la quale ci vuole tanta più cocciutaggine in quanto ci si scontra con un avversario molto più potente. Per questo, ritornando al vecchio nome che evocava il rev. Robert Thomas Malthus, ripartiamo con questo blog un po’ provocatorio, ma altrettanto sentito da chi lo scrive.… more

Un tabù che ha bisogno di continue conferme.

Il fatto che la popolazione umana su questo pianeta sia ingombrante è un fatto che a me sembra evidente. Si possono fare tutti i distinguo e le raffinate analisi sociologiche ed economiche che si vuole. Resta il fatto che Homo sapiens e le sue specie alleate, animali e vegetali, stanno imponendo all’intera biosfera un’estinzione che ha già le caratteristiche delle altre cinque accertate nel passato. Se si crede nel messaggio che ci da la misura dell’impronta ecologica si può affiancare al numero di umani i loro consumi pro-capite e, argomentare (correttamente) sul fatto che il 90% della popolazione è meno influente del 10% più ricco. Se ne può trarre conclusioni politiche importante e, spesso, condivisibili, sulla necessità della redistribuzione. Benissimo. Ma questo non toglie che il tema della sovrappopolazione non possa essere messo in un angolo e dimenticato. Nemmeno se a farlo cerca di convincerci la rivista scientifica Nature con un articolo in cui mette fra i miti scientifici anche quello della sovrappopolazione. Bisogna far ricorso a tutte le doti di pazienza disponibili per non sbottare di fronte alla caterva di banalità con cui la giornalista scientifica Megan Scudellari affronta il tema della popolazione. Il principale argomento è che in realtà la crescita demografica non è più esponenziale. Come se notare questo dato di fatto fosse una prova che il problema della popolazione non esiste più. Come se, inoltre, ci fosse qualcuno di serio che lo nega. Una crescita esponenziale, come quella demografica della prima parte del secolo scorso, non può reggere in eterno e il fatto che ad un certo punto inizi a rallentare è un segno che qualcosa la sta ostacolando. Noi abbiamo qualche idea su cosa sia questo qualcosa: il raggiungimento dei limiti fisici del pianeta. Insomma l’articolo di Scudellari non è altro che un poutpourrì di quanto orecchiato dalla demografia ufficiale, quella accademica che aveva dato già prova di se anni fa sull’altra rivista scientifica di massimo grido: Science.

Questo eterno ritorno dello “sfatamento del mito della sovrappopolazione” è sempre ben accolto in almeno tre ambienti culturali e politici: l’insieme dei religiosi (da noi prevalentemente i cattolici di destra e di sinistra quasi senza distinzione), gli economicisti delle due scuole principali, keynesiani e liberisti, perché l’invecchiamento della popolazione è il loro incubo peggiore, e i social- comunisti che pensano che potremmo anche essere 10-20 miliardi purché fossimo tutti santi nella società liberata dalle classi e, finalmente, diventata il paradiso in terra. Una bella alleanza non c’è che dire per combattere la quale ci vuole tanta più cocciutaggine in quanto ci si scontra con un avversario molto più potente. Per questo, ritornando al vecchio nome che evocava il rev. Robert Thomas Malthus, ripartiamo con questo blog un po’ provocatorio, ma altrettanto sentito da chi lo scrive.… more

Egoisti!

Apprendo che parlando in Piazza San Pietro, non so quando ne me ne frega più di tanto, Papa Francesco ha detto che chi non fa figli è egoista.

Le cose tornano a posto, questi leader religiosi sono incurabili. Tornando dalle Filippine (paese in grave crisi da sovrappopolazione) aveva detto qualche parola ragionevole. Ora fa due passi indietro.

La stupidità di accusare di egoismo chi non fa o fa pochi figli è pari solo alla stupidità di chi ci crede (non in Dio per carità quella è una cosa privata degna di ogni rispetto, e io la rispetto) ma nel fatto che sia egoista chi non fa figli e altruista chi li fa.

Queste posizioni possono nascere solo da una mente prescientifica che affonda le radici nell’ignoranza di come funziona il mondo. E’ infatti vero il contrario, fare figli risponde alla più egoistica delle pulsioni: tramandare i propri geni (egoisti). L’altruismo è il sesso ricreativo e socializzante, possibilmente promiscuo e libero da condizionamenti etici che non siano il rispetto degli altri.

I veri altruisti, anzi benefattori, sono i gay o i single che sono disposti all’adozione. Sono i benefattori perché per puro amore si prendono carico della natalità altrui per semplice amore o bisogno di amore. Roba che nemmeno nel medioevo. E invece gli è impedita perché: SIA MAI UN BAMBINO HA BISOGNO DI UNA MAMMA E UN BABBO.

Per la stessa ragione sono altruisti uomini e donne sterili che adottano piuttosto che sottoporsi alla stupidissima tortura tecno-farmacologica chiamata fecondazione medicalmente assistita. Pratica che, in nome delle libertà individuali, ho difeso di fronte al fondamentalismo cattolico, ma che continuo a considerare una forma patologica di accanimento procreativo.

Ma poi che siano ancora i preti a parlare di sesso.

Evidentemente anche le religioni non aiuteranno mai ad affrontare la crisi ecologica se non attraverso la retorica della povertà che va benissimo a chi povero non è. Caro Francesco di tutto cuore vai … a spigare.… more

Egoisti!

Apprendo che parlando in Piazza San Pietro, non so quando ne me ne frega più di tanto, Papa Francesco ha detto che chi non fa figli è egoista.

Le cose tornano a posto, questi leader religiosi sono incurabili. Tornando dalle Filippine (paese in grave crisi da sovrappopolazione) aveva detto qualche parola ragionevole. Ora fa due passi indietro.

La stupidità di accusare di egoismo chi non fa o fa pochi figli è pari solo alla stupidità di chi ci crede (non in Dio per carità quella è una cosa privata degna di ogni rispetto, e io la rispetto) ma nel fatto che sia egoista chi non fa figli e altruista chi li fa.

Queste posizioni possono nascere solo da una mente prescientifica che affonda le radici nell’ignoranza di come funziona il mondo. E’ infatti vero il contrario, fare figli risponde alla più egoistica delle pulsioni: tramandare i propri geni (egoisti). L’altruismo è il sesso ricreativo e socializzante, possibilmente promiscuo e libero da condizionamenti etici che non siano il rispetto degli altri.

I veri altruisti, anzi benefattori, sono i gay o i single che sono disposti all’adozione. Sono i benefattori perché per puro amore si prendono carico della natalità altrui per semplice amore o bisogno di amore. Roba che nemmeno nel medioevo. E invece gli è impedita perché: SIA MAI UN BAMBINO HA BISOGNO DI UNA MAMMA E UN BABBO.

Per la stessa ragione sono altruisti uomini e donne sterili che adottano piuttosto che sottoporsi alla stupidissima tortura tecno-farmacologica chiamata fecondazione medicalmente assistita. Pratica che, in nome delle libertà individuali, ho difeso di fronte al fondamentalismo cattolico, ma che continuo a considerare una forma patologica di accanimento procreativo.

Ma poi che siano ancora i preti a parlare di sesso.

Evidentemente anche le religioni non aiuteranno mai ad affrontare la crisi ecologica se non attraverso la retorica della povertà che va benissimo a chi povero non è. Caro Francesco di tutto cuore vai … a spigare.… more

Egoisti!

Apprendo che parlando in Piazza San Pietro, non so quando ne me ne frega più di tanto, Papa Francesco ha detto che chi non fa figli è egoista.

Le cose tornano a posto, questi leader religiosi sono incurabili. Tornando dalle Filippine (paese in grave crisi da sovrappopolazione) aveva detto qualche parola ragionevole. Ora fa due passi indietro.

La stupidità di accusare di egoismo chi non fa o fa pochi figli è pari solo alla stupidità di chi ci crede (non in Dio per carità quella è una cosa privata degna di ogni rispetto, e io la rispetto) ma nel fatto che sia egoista chi non fa figli e altruista chi li fa.

Queste posizioni possono nascere solo da una mente prescientifica che affonda le radici nell’ignoranza di come funziona il mondo. E’ infatti vero il contrario, fare figli risponde alla più egoistica delle pulsioni: tramandare i propri geni (egoisti). L’altruismo è il sesso ricreativo e socializzante, possibilmente promiscuo e libero da condizionamenti etici che non siano il rispetto degli altri.

I veri altruisti, anzi benefattori, sono i gay o i single che sono disposti all’adozione. Sono i benefattori perché per puro amore si prendono carico della natalità altrui per semplice amore o bisogno di amore. Roba che nemmeno nel medioevo. E invece gli è impedita perché: SIA MAI UN BAMBINO HA BISOGNO DI UNA MAMMA E UN BABBO.

Per la stessa ragione sono altruisti uomini e donne sterili che adottano piuttosto che sottoporsi alla stupidissima tortura tecno-farmacologica chiamata fecondazione medicalmente assistita. Pratica che, in nome delle libertà individuali, ho difeso di fronte al fondamentalismo cattolico, ma che continuo a considerare una forma patologica di accanimento procreativo.

Ma poi che siano ancora i preti a parlare di sesso.

Evidentemente anche le religioni non aiuteranno mai ad affrontare la crisi ecologica se non attraverso la retorica della povertà che va benissimo a chi povero non è. Caro Francesco di tutto cuore vai … a spigare.… more

I cattolici non sono conigli.

Finalmente un papa dice qualcosa di ragionevole sulla riproduzione. Essere cattolici non significa fare come conigli. Intendiamoci moltissimi cattolici, la stragrande maggioranza, era già su questa linea da tempo. Ma ci sono minoranze agguerrite e influenti che predicano il contrario (vedi Neocatecumenali, Associazioni famiglie numerose ecc..)

Sarà interessante vedere come reagiranno a questa presa di posizione di Papa Francesco.

Va bene affidarsi alla divina provvidenza, ma a tutto c’è un limite.

more

I cattolici non sono conigli.

Finalmente un papa dice qualcosa di ragionevole sulla riproduzione. Essere cattolici non significa fare come conigli. Intendiamoci moltissimi cattolici, la stragrande maggioranza, era già su questa linea da tempo. Ma ci sono minoranze agguerrite e influenti che predicano il contrario (vedi Neocatecumenali, Associazioni famiglie numerose ecc..)

Sarà interessante vedere come reagiranno a questa presa di posizione di Papa Francesco.

Va bene affidarsi alla divina provvidenza, ma a tutto c’è un limite.

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I cattolici non sono conigli.

Finalmente un papa dice qualcosa di ragionevole sulla riproduzione. Essere cattolici non significa fare come conigli. Intendiamoci moltissimi cattolici, la stragrande maggioranza, era già su questa linea da tempo. Ma ci sono minoranze agguerrite e influenti che predicano il contrario (vedi Neocatecumenali, Associazioni famiglie numerose ecc..)

Sarà interessante vedere come reagiranno a questa presa di posizione di Papa Francesco.

Va bene affidarsi alla divina provvidenza, ma a tutto c’è un limite.

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Litanie catastrofiste e picchiste. Un genere letterario.

Spesso si sente sostenere, anche da parte di valenti scienziati, che il problema ecologico creato dall’uomo ha radici antiche. Lo abbiamo detto spesso, l’uomo ha sviluppato un livello di opportunismo ecologico che gli ha permesso di colonizzare praticamente qualsiasi ambiente naturale dal deserto del Shara alle zone perennemente ghiacciate a nord del circolo polare artico.
Facendo questo ha sconvolto gli equilibri ecologici sia per quanto riguarda la fauna che la flora. Causando estinzioni di massa della macrofauna e sconvolgimenti botanici anche in epoco preistorica. Con l’avvento della pastorizia e ancor più dell’agricoltura ha iniziato a modificare i cicli biochimici e in particolare la chimica dell’atmosfera. Tutto vero, ma non si può fingere di ignorare che in assenza del flusso di energia abbondante e facilmente raggiungibile (e dunque economicamente a buon mercato) il tasso di crescita della popolazione sarebbe rimasto a livelli di raddoppio di diversi secoli. Questo significa che se sulla Terra non si fossero verificate le condizioni per la formazione dei combustibili fossili, estrapolando il tasso di crescita pre-fossili (0,1%), la stessa popolazione attuale si sarebbe raggiunta oltre il 4000 d.C. Va bene, le estrapolazioni non sono mai concesse. E infatti non ne facciamo una questione d’onore, vogliamo solo dire che, indicativamente, il tasso di crescita demografico umano prima della scoperta dell’uso dei combustibili fossili, cioè con la rivoluzione industriale, era sostenibile nell’ordine del millennio e oltre. Ovviamente è stato anche un bene trovare questa straordinaria risorsa perché è noto che la stragrande maggioranza degli uomini fino alla rivoluzione industriale vivevano in condizioni miserevoli. Il problema è che abbiamo trasformato questa risorsa in rifiuti di varia natura e popolazione. Invece di estendere un benessere ragionevole ad un numero ragionevole di uomini ci siamo comportati come una colonia di batteri in un disco di Petri.

Di fronte a questi fatti è evidente che gli elefanti nella stanza sono due: popolazione e consumi (di risorse). Non solo la popolazione, non solo i consumi. L’ho sempre sostenuto e continuerò a farlo.

Dispiace vedere che gli amici e compagni di Rientrodolce oggi classifichino chi si occupa delle risorse e dei loro consumi, e degli effetti che questi hanno sulla popolazione, in pratica ASPO, come facenti parte del “genere letterario catastrofista- picchista”. Un simpatico colpetto molto radical chic portato nell’ultimo numero di Overshoot, bollettino periodico dell’associazione (che, peraltro ha fondato il sottoscritto quando era segretatio di Rientrodolce). 

Il passaggio che non mi è piaciuto è questo:

Qui non si vuole recitare le litanie delle rovinose catastrofi ecologiche conseguenze delle attività umane in ogni parte del globo. Esiste già un vero genere letterario chiamato catastrofista o picchista, declinato sia in qualità che in quantità.
 
A parte il colpetto inutile e un po’ stupido il numero 7 di Overshoot è consigliabile e tutto da leggere.

Dispiace ancora di più il non aver ricevuto risposta dopo aver criticato il passaggio in questione nella mail list dell’associazione.

Su quale base si fonda questo disprezzo malcelato dietro il velo di ironia?

Sul fatto, credo, che esiste un argomento tabù, quello della sovrappopolazione, e un argomento ampiamente dibattuto, quello delle risorse e dei loro vari picchi. Argomento debole perché i due temi si rinforzano a vicenda. E’ ovvio che esiste uno scotoma enorme di molti, quasi tutti, gli ambientalisti nei confronti del tema demografico, ciò non toglie che rispondere ad uno scotoma con un altro non aiuta in nessun modo. Serve solo a erigere muri dove si dovrebbe sviluppare il confronto. E il confronto, di solito, non si fa partire con il complesso di superiorità. E soprattutto non definendo il lavoro di chi si occupa di picco delle risorse un genere letterario che recita litanie sulle catastrofi ecologiche.

Un’uscita veramente infelice.

Luca Pardi.more

Litanie catastrofiste e picchiste. Un genere letterario.

Spesso si sente sostenere, anche da parte di valenti scienziati, che il problema ecologico creato dall’uomo ha radici antiche. Lo abbiamo detto spesso, l’uomo ha sviluppato un livello di opportunismo ecologico che gli ha permesso di colonizzare praticamente qualsiasi ambiente naturale dal deserto del Shara alle zone perennemente ghiacciate a nord del circolo polare artico.
Facendo questo ha sconvolto gli equilibri ecologici sia per quanto riguarda la fauna che la flora. Causando estinzioni di massa della macrofauna e sconvolgimenti botanici anche in epoco preistorica. Con l’avvento della pastorizia e ancor più dell’agricoltura ha iniziato a modificare i cicli biochimici e in particolare la chimica dell’atmosfera. Tutto vero, ma non si può fingere di ignorare che in assenza del flusso di energia abbondante e facilmente raggiungibile (e dunque economicamente a buon mercato) il tasso di crescita della popolazione sarebbe rimasto a livelli di raddoppio di diversi secoli. Questo significa che se sulla Terra non si fossero verificate le condizioni per la formazione dei combustibili fossili, estrapolando il tasso di crescita pre-fossili (0,1%), la stessa popolazione attuale si sarebbe raggiunta oltre il 4000 d.C. Va bene, le estrapolazioni non sono mai concesse. E infatti non ne facciamo una questione d’onore, vogliamo solo dire che, indicativamente, il tasso di crescita demografico umano prima della scoperta dell’uso dei combustibili fossili, cioè con la rivoluzione industriale, era sostenibile nell’ordine del millennio e oltre. Ovviamente è stato anche un bene trovare questa straordinaria risorsa perché è noto che la stragrande maggioranza degli uomini fino alla rivoluzione industriale vivevano in condizioni miserevoli. Il problema è che abbiamo trasformato questa risorsa in rifiuti di varia natura e popolazione. Invece di estendere un benessere ragionevole ad un numero ragionevole di uomini ci siamo comportati come una colonia di batteri in un disco di Petri.

Di fronte a questi fatti è evidente che gli elefanti nella stanza sono due: popolazione e consumi (di risorse). Non solo la popolazione, non solo i consumi. L’ho sempre sostenuto e continuerò a farlo.

Dispiace vedere che gli amici e compagni di Rientrodolce oggi classifichino chi si occupa delle risorse e dei loro consumi, e degli effetti che questi hanno sulla popolazione, in pratica ASPO, come facenti parte del “genere letterario catastrofista- picchista”. Un simpatico colpetto molto radical chic portato nell’ultimo numero di Overshoot, bollettino periodico dell’associazione (che, peraltro ha fondato il sottoscritto quando era segretatio di Rientrodolce). 

Il passaggio che non mi è piaciuto è questo:

Qui non si vuole recitare le litanie delle rovinose catastrofi ecologiche conseguenze delle attività umane in ogni parte del globo. Esiste già un vero genere letterario chiamato catastrofista o picchista, declinato sia in qualità che in quantità.
 
A parte il colpetto inutile e un po’ stupido il numero 7 di Overshoot è consigliabile e tutto da leggere.

Dispiace ancora di più il non aver ricevuto risposta dopo aver criticato il passaggio in questione nella mail list dell’associazione.

Su quale base si fonda questo disprezzo malcelato dietro il velo di ironia?

Sul fatto, credo, che esiste un argomento tabù, quello della sovrappopolazione, e un argomento ampiamente dibattuto, quello delle risorse e dei loro vari picchi. Argomento debole perché i due temi si rinforzano a vicenda. E’ ovvio che esiste uno scotoma enorme di molti, quasi tutti, gli ambientalisti nei confronti del tema demografico, ciò non toglie che rispondere ad uno scotoma con un altro non aiuta in nessun modo. Serve solo a erigere muri dove si dovrebbe sviluppare il confronto. E il confronto, di solito, non si fa partire con il complesso di superiorità. E soprattutto non definendo il lavoro di chi si occupa di picco delle risorse un genere letterario che recita litanie sulle catastrofi ecologiche.

Un’uscita veramente infelice.

Luca Pardi.more