Litanie catastrofiste e picchiste. Un genere letterario.
Spesso si sente sostenere, anche da parte di valenti scienziati, che il problema ecologico creato dall’uomo ha radici antiche. Lo abbiamo detto spesso, l’uomo ha sviluppato un livello di opportunismo ecologico che gli ha permesso di colonizzare praticamente qualsiasi ambiente naturale dal deserto del Shara alle zone perennemente ghiacciate a nord del circolo polare artico.
Facendo questo ha sconvolto gli equilibri ecologici sia per quanto riguarda la fauna che la flora. Causando estinzioni di massa della macrofauna e sconvolgimenti botanici anche in epoco preistorica. Con l’avvento della pastorizia e ancor più dell’agricoltura ha iniziato a modificare i cicli biochimici e in particolare la chimica dell’atmosfera. Tutto vero, ma non si può fingere di ignorare che in assenza del flusso di energia abbondante e facilmente raggiungibile (e dunque economicamente a buon mercato) il tasso di crescita della popolazione sarebbe rimasto a livelli di raddoppio di diversi secoli. Questo significa che se sulla Terra non si fossero verificate le condizioni per la formazione dei combustibili fossili, estrapolando il tasso di crescita pre-fossili (0,1%), la stessa popolazione attuale si sarebbe raggiunta oltre il 4000 d.C. Va bene, le estrapolazioni non sono mai concesse. E infatti non ne facciamo una questione d’onore, vogliamo solo dire che, indicativamente, il tasso di crescita demografico umano prima della scoperta dell’uso dei combustibili fossili, cioè con la rivoluzione industriale, era sostenibile nell’ordine del millennio e oltre. Ovviamente è stato anche un bene trovare questa straordinaria risorsa perché è noto che la stragrande maggioranza degli uomini fino alla rivoluzione industriale vivevano in condizioni miserevoli. Il problema è che abbiamo trasformato questa risorsa in rifiuti di varia natura e popolazione. Invece di estendere un benessere ragionevole ad un numero ragionevole di uomini ci siamo comportati come una colonia di batteri in un disco di Petri.
Di fronte a questi fatti è evidente che gli elefanti nella stanza sono due: popolazione e consumi (di risorse). Non solo la popolazione, non solo i consumi. L’ho sempre sostenuto e continuerò a farlo.
Dispiace vedere che gli amici e compagni di Rientrodolce oggi classifichino chi si occupa delle risorse e dei loro consumi, e degli effetti che questi hanno sulla popolazione, in pratica ASPO, come facenti parte del “genere letterario catastrofista- picchista”. Un simpatico colpetto molto radical chic portato nell’ultimo numero di Overshoot, bollettino periodico dell’associazione (che, peraltro ha fondato il sottoscritto quando era segretatio di Rientrodolce).
Il passaggio che non mi è piaciuto è questo:
Qui non si vuole recitare le litanie delle rovinose catastrofi ecologiche conseguenze delle attività umane in ogni parte del globo. Esiste già un vero genere letterario chiamato catastrofista o picchista, declinato sia in qualità che in quantità.
A parte il colpetto inutile e un po’ stupido il numero 7 di Overshoot è consigliabile e tutto da leggere.
Dispiace ancora di più il non aver ricevuto risposta dopo aver criticato il passaggio in questione nella mail list dell’associazione.
Su quale base si fonda questo disprezzo malcelato dietro il velo di ironia?
Sul fatto, credo, che esiste un argomento tabù, quello della sovrappopolazione, e un argomento ampiamente dibattuto, quello delle risorse e dei loro vari picchi. Argomento debole perché i due temi si rinforzano a vicenda. E’ ovvio che esiste uno scotoma enorme di molti, quasi tutti, gli ambientalisti nei confronti del tema demografico, ciò non toglie che rispondere ad uno scotoma con un altro non aiuta in nessun modo. Serve solo a erigere muri dove si dovrebbe sviluppare il confronto. E il confronto, di solito, non si fa partire con il complesso di superiorità. E soprattutto non definendo il lavoro di chi si occupa di picco delle risorse un genere letterario che recita litanie sulle catastrofi ecologiche.
Un’uscita veramente infelice.
Luca Pardi.… more