Author: Luca Pardi

Egoisti!

Apprendo che parlando in Piazza San Pietro, non so quando ne me ne frega più di tanto, Papa Francesco ha detto che chi non fa figli è egoista.

Le cose tornano a posto, questi leader religiosi sono incurabili. Tornando dalle Filippine (paese in grave crisi da sovrappopolazione) aveva detto qualche parola ragionevole. Ora fa due passi indietro.

La stupidità di accusare di egoismo chi non fa o fa pochi figli è pari solo alla stupidità di chi ci crede (non in Dio per carità quella è una cosa privata degna di ogni rispetto, e io la rispetto) ma nel fatto che sia egoista chi non fa figli e altruista chi li fa.

Queste posizioni possono nascere solo da una mente prescientifica che affonda le radici nell’ignoranza di come funziona il mondo. E’ infatti vero il contrario, fare figli risponde alla più egoistica delle pulsioni: tramandare i propri geni (egoisti). L’altruismo è il sesso ricreativo e socializzante, possibilmente promiscuo e libero da condizionamenti etici che non siano il rispetto degli altri.

I veri altruisti, anzi benefattori, sono i gay o i single che sono disposti all’adozione. Sono i benefattori perché per puro amore si prendono carico della natalità altrui per semplice amore o bisogno di amore. Roba che nemmeno nel medioevo. E invece gli è impedita perché: SIA MAI UN BAMBINO HA BISOGNO DI UNA MAMMA E UN BABBO.

Per la stessa ragione sono altruisti uomini e donne sterili che adottano piuttosto che sottoporsi alla stupidissima tortura tecno-farmacologica chiamata fecondazione medicalmente assistita. Pratica che, in nome delle libertà individuali, ho difeso di fronte al fondamentalismo cattolico, ma che continuo a considerare una forma patologica di accanimento procreativo.

Ma poi che siano ancora i preti a parlare di sesso.

Evidentemente anche le religioni non aiuteranno mai ad affrontare la crisi ecologica se non attraverso la retorica della povertà che va benissimo a chi povero non è. Caro Francesco di tutto cuore vai … a spigare.… more

Egoisti!

Apprendo che parlando in Piazza San Pietro, non so quando ne me ne frega più di tanto, Papa Francesco ha detto che chi non fa figli è egoista.

Le cose tornano a posto, questi leader religiosi sono incurabili. Tornando dalle Filippine (paese in grave crisi da sovrappopolazione) aveva detto qualche parola ragionevole. Ora fa due passi indietro.

La stupidità di accusare di egoismo chi non fa o fa pochi figli è pari solo alla stupidità di chi ci crede (non in Dio per carità quella è una cosa privata degna di ogni rispetto, e io la rispetto) ma nel fatto che sia egoista chi non fa figli e altruista chi li fa.

Queste posizioni possono nascere solo da una mente prescientifica che affonda le radici nell’ignoranza di come funziona il mondo. E’ infatti vero il contrario, fare figli risponde alla più egoistica delle pulsioni: tramandare i propri geni (egoisti). L’altruismo è il sesso ricreativo e socializzante, possibilmente promiscuo e libero da condizionamenti etici che non siano il rispetto degli altri.

I veri altruisti, anzi benefattori, sono i gay o i single che sono disposti all’adozione. Sono i benefattori perché per puro amore si prendono carico della natalità altrui per semplice amore o bisogno di amore. Roba che nemmeno nel medioevo. E invece gli è impedita perché: SIA MAI UN BAMBINO HA BISOGNO DI UNA MAMMA E UN BABBO.

Per la stessa ragione sono altruisti uomini e donne sterili che adottano piuttosto che sottoporsi alla stupidissima tortura tecno-farmacologica chiamata fecondazione medicalmente assistita. Pratica che, in nome delle libertà individuali, ho difeso di fronte al fondamentalismo cattolico, ma che continuo a considerare una forma patologica di accanimento procreativo.

Ma poi che siano ancora i preti a parlare di sesso.

Evidentemente anche le religioni non aiuteranno mai ad affrontare la crisi ecologica se non attraverso la retorica della povertà che va benissimo a chi povero non è. Caro Francesco di tutto cuore vai … a spigare.… more

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Apprendo che parlando in Piazza San Pietro, non so quando ne me ne frega più di tanto, Papa Francesco ha detto che chi non fa figli è egoista.

Le cose tornano a posto, questi leader religiosi sono incurabili. Tornando dalle Filippine (paese in grave crisi da sovrappopolazione) aveva detto qualche parola ragionevole. Ora fa due passi indietro.

La stupidità di accusare di egoismo chi non fa o fa pochi figli è pari solo alla stupidità di chi ci crede (non in Dio per carità quella è una cosa privata degna di ogni rispetto, e io la rispetto) ma nel fatto che sia egoista chi non fa figli e altruista chi li fa.

Queste posizioni possono nascere solo da una mente prescientifica che affonda le radici nell’ignoranza di come funziona il mondo. E’ infatti vero il contrario, fare figli risponde alla più egoistica delle pulsioni: tramandare i propri geni (egoisti). L’altruismo è il sesso ricreativo e socializzante, possibilmente promiscuo e libero da condizionamenti etici che non siano il rispetto degli altri.

I veri altruisti, anzi benefattori, sono i gay o i single che sono disposti all’adozione. Sono i benefattori perché per puro amore si prendono carico della natalità altrui per semplice amore o bisogno di amore. Roba che nemmeno nel medioevo. E invece gli è impedita perché: SIA MAI UN BAMBINO HA BISOGNO DI UNA MAMMA E UN BABBO.

Per la stessa ragione sono altruisti uomini e donne sterili che adottano piuttosto che sottoporsi alla stupidissima tortura tecno-farmacologica chiamata fecondazione medicalmente assistita. Pratica che, in nome delle libertà individuali, ho difeso di fronte al fondamentalismo cattolico, ma che continuo a considerare una forma patologica di accanimento procreativo.

Ma poi che siano ancora i preti a parlare di sesso.

Evidentemente anche le religioni non aiuteranno mai ad affrontare la crisi ecologica se non attraverso la retorica della povertà che va benissimo a chi povero non è. Caro Francesco di tutto cuore vai … a spigare.… more

I cattolici non sono conigli.

Finalmente un papa dice qualcosa di ragionevole sulla riproduzione. Essere cattolici non significa fare come conigli. Intendiamoci moltissimi cattolici, la stragrande maggioranza, era già su questa linea da tempo. Ma ci sono minoranze agguerrite e influenti che predicano il contrario (vedi Neocatecumenali, Associazioni famiglie numerose ecc..)

Sarà interessante vedere come reagiranno a questa presa di posizione di Papa Francesco.

Va bene affidarsi alla divina provvidenza, ma a tutto c’è un limite.

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I cattolici non sono conigli.

Finalmente un papa dice qualcosa di ragionevole sulla riproduzione. Essere cattolici non significa fare come conigli. Intendiamoci moltissimi cattolici, la stragrande maggioranza, era già su questa linea da tempo. Ma ci sono minoranze agguerrite e influenti che predicano il contrario (vedi Neocatecumenali, Associazioni famiglie numerose ecc..)

Sarà interessante vedere come reagiranno a questa presa di posizione di Papa Francesco.

Va bene affidarsi alla divina provvidenza, ma a tutto c’è un limite.

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I cattolici non sono conigli.

Finalmente un papa dice qualcosa di ragionevole sulla riproduzione. Essere cattolici non significa fare come conigli. Intendiamoci moltissimi cattolici, la stragrande maggioranza, era già su questa linea da tempo. Ma ci sono minoranze agguerrite e influenti che predicano il contrario (vedi Neocatecumenali, Associazioni famiglie numerose ecc..)

Sarà interessante vedere come reagiranno a questa presa di posizione di Papa Francesco.

Va bene affidarsi alla divina provvidenza, ma a tutto c’è un limite.

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Litanie catastrofiste e picchiste. Un genere letterario.

Spesso si sente sostenere, anche da parte di valenti scienziati, che il problema ecologico creato dall’uomo ha radici antiche. Lo abbiamo detto spesso, l’uomo ha sviluppato un livello di opportunismo ecologico che gli ha permesso di colonizzare praticamente qualsiasi ambiente naturale dal deserto del Shara alle zone perennemente ghiacciate a nord del circolo polare artico.
Facendo questo ha sconvolto gli equilibri ecologici sia per quanto riguarda la fauna che la flora. Causando estinzioni di massa della macrofauna e sconvolgimenti botanici anche in epoco preistorica. Con l’avvento della pastorizia e ancor più dell’agricoltura ha iniziato a modificare i cicli biochimici e in particolare la chimica dell’atmosfera. Tutto vero, ma non si può fingere di ignorare che in assenza del flusso di energia abbondante e facilmente raggiungibile (e dunque economicamente a buon mercato) il tasso di crescita della popolazione sarebbe rimasto a livelli di raddoppio di diversi secoli. Questo significa che se sulla Terra non si fossero verificate le condizioni per la formazione dei combustibili fossili, estrapolando il tasso di crescita pre-fossili (0,1%), la stessa popolazione attuale si sarebbe raggiunta oltre il 4000 d.C. Va bene, le estrapolazioni non sono mai concesse. E infatti non ne facciamo una questione d’onore, vogliamo solo dire che, indicativamente, il tasso di crescita demografico umano prima della scoperta dell’uso dei combustibili fossili, cioè con la rivoluzione industriale, era sostenibile nell’ordine del millennio e oltre. Ovviamente è stato anche un bene trovare questa straordinaria risorsa perché è noto che la stragrande maggioranza degli uomini fino alla rivoluzione industriale vivevano in condizioni miserevoli. Il problema è che abbiamo trasformato questa risorsa in rifiuti di varia natura e popolazione. Invece di estendere un benessere ragionevole ad un numero ragionevole di uomini ci siamo comportati come una colonia di batteri in un disco di Petri.

Di fronte a questi fatti è evidente che gli elefanti nella stanza sono due: popolazione e consumi (di risorse). Non solo la popolazione, non solo i consumi. L’ho sempre sostenuto e continuerò a farlo.

Dispiace vedere che gli amici e compagni di Rientrodolce oggi classifichino chi si occupa delle risorse e dei loro consumi, e degli effetti che questi hanno sulla popolazione, in pratica ASPO, come facenti parte del “genere letterario catastrofista- picchista”. Un simpatico colpetto molto radical chic portato nell’ultimo numero di Overshoot, bollettino periodico dell’associazione (che, peraltro ha fondato il sottoscritto quando era segretatio di Rientrodolce). 

Il passaggio che non mi è piaciuto è questo:

Qui non si vuole recitare le litanie delle rovinose catastrofi ecologiche conseguenze delle attività umane in ogni parte del globo. Esiste già un vero genere letterario chiamato catastrofista o picchista, declinato sia in qualità che in quantità.
 
A parte il colpetto inutile e un po’ stupido il numero 7 di Overshoot è consigliabile e tutto da leggere.

Dispiace ancora di più il non aver ricevuto risposta dopo aver criticato il passaggio in questione nella mail list dell’associazione.

Su quale base si fonda questo disprezzo malcelato dietro il velo di ironia?

Sul fatto, credo, che esiste un argomento tabù, quello della sovrappopolazione, e un argomento ampiamente dibattuto, quello delle risorse e dei loro vari picchi. Argomento debole perché i due temi si rinforzano a vicenda. E’ ovvio che esiste uno scotoma enorme di molti, quasi tutti, gli ambientalisti nei confronti del tema demografico, ciò non toglie che rispondere ad uno scotoma con un altro non aiuta in nessun modo. Serve solo a erigere muri dove si dovrebbe sviluppare il confronto. E il confronto, di solito, non si fa partire con il complesso di superiorità. E soprattutto non definendo il lavoro di chi si occupa di picco delle risorse un genere letterario che recita litanie sulle catastrofi ecologiche.

Un’uscita veramente infelice.

Luca Pardi.more

Litanie catastrofiste e picchiste. Un genere letterario.

Spesso si sente sostenere, anche da parte di valenti scienziati, che il problema ecologico creato dall’uomo ha radici antiche. Lo abbiamo detto spesso, l’uomo ha sviluppato un livello di opportunismo ecologico che gli ha permesso di colonizzare praticamente qualsiasi ambiente naturale dal deserto del Shara alle zone perennemente ghiacciate a nord del circolo polare artico.
Facendo questo ha sconvolto gli equilibri ecologici sia per quanto riguarda la fauna che la flora. Causando estinzioni di massa della macrofauna e sconvolgimenti botanici anche in epoco preistorica. Con l’avvento della pastorizia e ancor più dell’agricoltura ha iniziato a modificare i cicli biochimici e in particolare la chimica dell’atmosfera. Tutto vero, ma non si può fingere di ignorare che in assenza del flusso di energia abbondante e facilmente raggiungibile (e dunque economicamente a buon mercato) il tasso di crescita della popolazione sarebbe rimasto a livelli di raddoppio di diversi secoli. Questo significa che se sulla Terra non si fossero verificate le condizioni per la formazione dei combustibili fossili, estrapolando il tasso di crescita pre-fossili (0,1%), la stessa popolazione attuale si sarebbe raggiunta oltre il 4000 d.C. Va bene, le estrapolazioni non sono mai concesse. E infatti non ne facciamo una questione d’onore, vogliamo solo dire che, indicativamente, il tasso di crescita demografico umano prima della scoperta dell’uso dei combustibili fossili, cioè con la rivoluzione industriale, era sostenibile nell’ordine del millennio e oltre. Ovviamente è stato anche un bene trovare questa straordinaria risorsa perché è noto che la stragrande maggioranza degli uomini fino alla rivoluzione industriale vivevano in condizioni miserevoli. Il problema è che abbiamo trasformato questa risorsa in rifiuti di varia natura e popolazione. Invece di estendere un benessere ragionevole ad un numero ragionevole di uomini ci siamo comportati come una colonia di batteri in un disco di Petri.

Di fronte a questi fatti è evidente che gli elefanti nella stanza sono due: popolazione e consumi (di risorse). Non solo la popolazione, non solo i consumi. L’ho sempre sostenuto e continuerò a farlo.

Dispiace vedere che gli amici e compagni di Rientrodolce oggi classifichino chi si occupa delle risorse e dei loro consumi, e degli effetti che questi hanno sulla popolazione, in pratica ASPO, come facenti parte del “genere letterario catastrofista- picchista”. Un simpatico colpetto molto radical chic portato nell’ultimo numero di Overshoot, bollettino periodico dell’associazione (che, peraltro ha fondato il sottoscritto quando era segretatio di Rientrodolce). 

Il passaggio che non mi è piaciuto è questo:

Qui non si vuole recitare le litanie delle rovinose catastrofi ecologiche conseguenze delle attività umane in ogni parte del globo. Esiste già un vero genere letterario chiamato catastrofista o picchista, declinato sia in qualità che in quantità.
 
A parte il colpetto inutile e un po’ stupido il numero 7 di Overshoot è consigliabile e tutto da leggere.

Dispiace ancora di più il non aver ricevuto risposta dopo aver criticato il passaggio in questione nella mail list dell’associazione.

Su quale base si fonda questo disprezzo malcelato dietro il velo di ironia?

Sul fatto, credo, che esiste un argomento tabù, quello della sovrappopolazione, e un argomento ampiamente dibattuto, quello delle risorse e dei loro vari picchi. Argomento debole perché i due temi si rinforzano a vicenda. E’ ovvio che esiste uno scotoma enorme di molti, quasi tutti, gli ambientalisti nei confronti del tema demografico, ciò non toglie che rispondere ad uno scotoma con un altro non aiuta in nessun modo. Serve solo a erigere muri dove si dovrebbe sviluppare il confronto. E il confronto, di solito, non si fa partire con il complesso di superiorità. E soprattutto non definendo il lavoro di chi si occupa di picco delle risorse un genere letterario che recita litanie sulle catastrofi ecologiche.

Un’uscita veramente infelice.

Luca Pardi.more

Litanie catastrofiste e picchiste. Un genere letterario.

Spesso si sente sostenere, anche da parte di valenti scienziati, che il problema ecologico creato dall’uomo ha radici antiche. Lo abbiamo detto spesso, l’uomo ha sviluppato un livello di opportunismo ecologico che gli ha permesso di colonizzare praticamente qualsiasi ambiente naturale dal deserto del Shara alle zone perennemente ghiacciate a nord del circolo polare artico.
Facendo questo ha sconvolto gli equilibri ecologici sia per quanto riguarda la fauna che la flora. Causando estinzioni di massa della macrofauna e sconvolgimenti botanici anche in epoco preistorica. Con l’avvento della pastorizia e ancor più dell’agricoltura ha iniziato a modificare i cicli biochimici e in particolare la chimica dell’atmosfera. Tutto vero, ma non si può fingere di ignorare che in assenza del flusso di energia abbondante e facilmente raggiungibile (e dunque economicamente a buon mercato) il tasso di crescita della popolazione sarebbe rimasto a livelli di raddoppio di diversi secoli. Questo significa che se sulla Terra non si fossero verificate le condizioni per la formazione dei combustibili fossili, estrapolando il tasso di crescita pre-fossili (0,1%), la stessa popolazione attuale si sarebbe raggiunta oltre il 4000 d.C. Va bene, le estrapolazioni non sono mai concesse. E infatti non ne facciamo una questione d’onore, vogliamo solo dire che, indicativamente, il tasso di crescita demografico umano prima della scoperta dell’uso dei combustibili fossili, cioè con la rivoluzione industriale, era sostenibile nell’ordine del millennio e oltre. Ovviamente è stato anche un bene trovare questa straordinaria risorsa perché è noto che la stragrande maggioranza degli uomini fino alla rivoluzione industriale vivevano in condizioni miserevoli. Il problema è che abbiamo trasformato questa risorsa in rifiuti di varia natura e popolazione. Invece di estendere un benessere ragionevole ad un numero ragionevole di uomini ci siamo comportati come una colonia di batteri in un disco di Petri.

Di fronte a questi fatti è evidente che gli elefanti nella stanza sono due: popolazione e consumi (di risorse). Non solo la popolazione, non solo i consumi. L’ho sempre sostenuto e continuerò a farlo.

Dispiace vedere che gli amici e compagni di Rientrodolce oggi classifichino chi si occupa delle risorse e dei loro consumi, e degli effetti che questi hanno sulla popolazione, in pratica ASPO, come facenti parte del “genere letterario catastrofista- picchista”. Un simpatico colpetto molto radical chic portato nell’ultimo numero di Overshoot, bollettino periodico dell’associazione (che, peraltro ha fondato il sottoscritto quando era segretatio di Rientrodolce). 

Il passaggio che non mi è piaciuto è questo:

Qui non si vuole recitare le litanie delle rovinose catastrofi ecologiche conseguenze delle attività umane in ogni parte del globo. Esiste già un vero genere letterario chiamato catastrofista o picchista, declinato sia in qualità che in quantità.
 
A parte il colpetto inutile e un po’ stupido il numero 7 di Overshoot è consigliabile e tutto da leggere.

Dispiace ancora di più il non aver ricevuto risposta dopo aver criticato il passaggio in questione nella mail list dell’associazione.

Su quale base si fonda questo disprezzo malcelato dietro il velo di ironia?

Sul fatto, credo, che esiste un argomento tabù, quello della sovrappopolazione, e un argomento ampiamente dibattuto, quello delle risorse e dei loro vari picchi. Argomento debole perché i due temi si rinforzano a vicenda. E’ ovvio che esiste uno scotoma enorme di molti, quasi tutti, gli ambientalisti nei confronti del tema demografico, ciò non toglie che rispondere ad uno scotoma con un altro non aiuta in nessun modo. Serve solo a erigere muri dove si dovrebbe sviluppare il confronto. E il confronto, di solito, non si fa partire con il complesso di superiorità. E soprattutto non definendo il lavoro di chi si occupa di picco delle risorse un genere letterario che recita litanie sulle catastrofi ecologiche.

Un’uscita veramente infelice.

Luca Pardi.more

Proiezioni ONU per il 2100. 11 miliardi di persone?

Di Paul Chefurka

L’ONU ha prodotto e pubblicato recentemente un nuovo rapporto sulla popolazione. In esso viene fornita una nuova stima della popolazione umana alla fine del secolo: 11 miliardi.

11 miliardi di persone.
Undici miliardi di persone
11,000,000,000 persone.

Indipendentemente da come lo scrivi si tratta di un numero esorbitante di piedi, mani e bocche. Ma naturalmente la storia non si finisce li, vero? Questo numero scandaloso non rappresenta semplicemente corpi umani che occupano ogni possibile nicchia ecologica sul pianeta. Nascosto dietro di esso c’è l’impatto che stiamo avendo sulla geochimica e la biosfera del pianeta e come questo impatto continua ad accellerare man mano che diventiamo più numerosi e più ricchi.

Questa nota considera due aspetti di questa crescita: il nostro impatto sulla fauna selvatica del pianeta e sul nostro effetto sulla sua atmosfera.

Fauna selvatica.

Abbiamo già un impatto devastante sulla fauna selvatica del pianeta. Secondo un recente rapporto del WWF dal 1970 abbiamo letteralmente estirpato il 40% dei vertebrati terrestri selvatici. E. secondo lo studio di Vaclav Smil intitolato: “Harvesting the biosphere” (mietere la biosfera), l’insieme della biomassa umana e di quella degli animali domestici è cresciuta e quella dei vertebrati selvatici è diminuita.

Ho usato la stima di Smil delle biomasse nel 1900 e nel 2000 insieme ai nuovi numeri dell’ONU per stimare l’ammontare globale delle biomasse umana e degli animali domestici e selvatici nell’anno 10.000 aC (diecimila avanti Cristo) e nel 2100. Questo grafico mi ha perfino stupito la prima volta che l’ho prodotto.

Date questo insieme di assunzioni nel 2100 la sola vita animale sul pianeta (qui si parla solo di vertebrati. NdT) saranno gli uomini e gli animali che gli forniscono il cibo (bovini, ovini, suini, equini, pollame) e compagnia (cani, gatti ecc).

Sono necessarie due parole di spiegazione riguardanti la linea indicata come Capacità di Carico nel grafico.

Per prima cosa la linea è fissata al valore della biomassa dei vertebrati terrestri nel 10.000 aC. Ho scelto così perché a quel punto la Terra supportava tutti i possibili tipi di vita animale prima dell’intervento dell’attività umana. La crescita della biomassa oltre quel limite di 200 milioni di tonnellate è stato determinato dall’uomo. Abbiamo usato tecnologie di molti tipi e una quantità di energia continuamente crescente per trasformare la superficie del pianeta in un habita per gli uomini e gli animali domestici. E la fauna selvatica è stata progressivamente espulsa dagli ecosistemi così trasformati.

In secondo luogo ho indicato la Capacità di Carico come una linea orizzontale per semplice convenienza. In realtà essa declina nel tempo. Questo perchè la nostra presenza ha gradualmente ridotto la Capacità di Carico del pianetà attraverso le attività di distruzione degli habitat, l’esaurimento del suolo e delle acque sotterranee, l’inquinamento e il cambiamento climatico. Non possiamo dire quale sia oggi la Capacità di Carico, ma si può scommettere con certezza che se tutti gli umani e gli animali domestici si volatilizzassero domani, a causa dei danni subiti la biosfera non potrebbe supportare i 200 milioni di tonnellate di biomassa selvatica di 12.000 anni fa. E ci vorrebbero probabilmente millenni per rigenerare la Capacità di Carico precedente

Il cambiamento climatico

L’altra preoccupazione per un tale aumento della popolazione è, ovviamente, il cambiamento climatico. Le persone usano energia. Le persone che vivono nelle società avanza usano molta energia. Ad una prima approssimazione, i poveri, che vogliono diventare ricchi lo fanno aumentando il loro consumo energetico. I combustibili fossili forniscono l’87% dell’energia globale, una proporzione che non è migliorata negli ultimi 20 anni. Presi insieme questi fatti implicano che le emissioni future di CO2 resteranno almeno le stesse di quelle attuali. Realisticamente queste invece aumenteranno man mano che le persone più povere del mondo lotteranno per innalzare il loro reddito oltre i 2 $ al giorno.

Il probabile effetto di 11 miliardi di persone sarà un raddoppio delle emissioni attuali:

Mentre le emissioni di CO2 aumentano, aumenta la concentrazione atmosferica di gas serra, oltre le 400 parti per milione attuali fino a 650 ppm alla fine del secolo.

Cosa significa tale concentrazione di gas serra per il clima globale? Secondo un recente seminario del Dott. David Wasdell, il risultato sarebbe una temperatura di equilibrio fino a 10 gradi Celsius più alta di quella che era appena duecento anni fa. Oggi l’aumento è stato di appena 0,8 C e abbiamo alterato il Jet Stream Polare. L’effetto di un aumento di 10 C sarebbe inimmaginabile. Si tratterebbe inequivocabilmente un aumento di temperatura tale da determinare un’estinzione di massa globale.

Conclusioni

Dunque, vi sento dire, se qualcosa è impossibile- come questo scenario sembrerebbe- non si verificherà. Qualcosa interverrà inevitabilmente ad arrestare questa traiettoria BAU (Business As Usual). Sono d’accordo con voi.

Una delle principali caratteristiche di un grande e complesso sistema come la nostra civilizzazione planetaria è la imprevedibilità delle sue modalità di collasso. In parole povere, noi sappiamo che qualcosa si romperà, ma non possiamo dire cosa, dove e quando. Al momento i nostri soldi sono in una fase di collasso economico innescato dal collasso del sistema finanziario.

Una cosa sembra chiara. Lo stato finale che ho descritto NON si verificherà. Al momento in cui il 21simo secolo esalerà l’ultimo respiro, il mondo non conterrà 11 miliardi di persone; nonemetteremo 70 miliardi di tonnellate di CO2 per anno; e i livelli di CO2 non saranno di 650 ppm. In qualche momento fra adesso ed allora o le forze della natura o quelle dell’uomo interromperanno la musica e Homo sapiens si troverà a cercare una sedia ancora libera.

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