Effetto Cassandra

Angoscia da cambiamento climatico

Gli effetti psicologici della percezione della gravità del cambiamento climatico sono sicuramente importanti, ma se ne sa poco e se ne parla anche poco. Ma come spiegare il diniego, e financo il disprezzo, di tanta gente di fronte al disastro che ci troviamo davanti? Forse, molte posizioni estreme sono semplicemente il risultato della paura. Troppo grande è l’impatto di quello che abbiamo di fronte, troppo spaventose le sue conseguenze. E allora, meglio negare, negare con forza, piuttosto che guardare in faccia gli eventi. Finché possiamo.

Su questo punto, ci racconta qualcosa il Dr. Outcherlony che ha lavorato per anni con l’accettazione della morte per i pazienti terminali. Non è una cosa tranquillizzante accostare il cambiamento climatico planetario alla morte fisica individuale, ma è inevitabile arrivati a un certo livello. E così, ecco queste riflessioni, intitolate

Il viaggio di un medico dalle cure palliative alla disperazione climatica  

Da “the star”. Traduzione di MR (via Bodhi Paul Chefurka)

David Ouchterlony ha passato anni ad affrontare con calma la morte. La lezione di quella esperienza può aiutare a smorzare l’angoscia che prova adesso per il cambiamento climatico?

Cortesia di  David Ouchterlony Nonostante il suo lavoro come coroner e nelle cure palliative, David Ouchterlony deve lavorare per non cadere nel pessimismo impresso dalla sua angoscia per il cambiamento climatico.


Di Tyrel Hamilton

Speciale di David Ouchterlony per “the Star”.

David Ouchterlony è un coroner (ufficiale medico legale) che ha passato 10 anni come medico per cure palliative al Centro Temmy Latner Centre per le Cure Palliative dell’Ospedale Mount Sinai. Qui mette a confronto la sua esperienza quotidiana con la sofferenza degli altri con lo stress emotivo che prova quando pensa al cambiamento climatico.

E’ difficile per me separare i miei sentimenti su cattive notizie, sofferenza e morte che ho sviluppato nelle cure palliative da quelle che ho sviluppato come coroner. Ci sono medici che fanno seminari di divulgazione per identificare ed affrontare lo stress del mestiere medico. Non ho mai sentito il bisogno di iscrivermi ad uno di quei seminari. Non ho mai sentito che la mia esperienza coi pazienti morenti e il lutto delle famiglie mi abbia causato angoscia tale da trascinarla con me nella vita.

Dormo bene, mi tengo in forma, ho amici ed un matrimonio felice e rido un po’ tutti i giorni. D’altra parte, devo riconoscere quasi ogni giorno che la morte è sempre intorno a me. Vedo corpi morti, parlo a membri di famiglie scioccate e/o in lutto sulla scena della morte o per telefono e scrivo i rapporti delle mie investigazioni. Quindi o molti più promemoria della morte della maggior parte delle persone, persino più della maggior parte dei medici. Come mi condiziona questo? E’ difficile dirlo. Mi servirebbe un gemello per fare un confronto. Di sicuro ci sono momenti tristi e non di rado mi commuovo fino quasi a piangere, specialmente quando parlo coi genitori e sento espressioni di amore mentre affrontano la merte di neonati e bambini. Tuttavia questi momenti sono brevi e spesso dimenticati nell’impegno dell’investigazione. I cambiamenti che vedo in me stesso che potrebbero essere attribuiti a questo lavoro medico sono diversi. Mi viene più spesso ricordato il fatto che la morte è inevitabile, rispetto alla maggior parte della gente. Rimane da vedere accetterò di più la morte quando arriva la mia ora.

Forse sono anche più consapevole dei pericoli intorno a me è più timoroso della morte accidentale degli altri. Guido più lentamente di quanto non facessi. Mi tengo sempre al corrimano quando discendo le scale. Mi faccio i controlli e le colonscopie di screening. Ho smesso di sciare (in realtà non mi è mai piaciuto più di tanto). Questi sentimenti ed azioni che provengono dal mio lavoro sembrano banali se soppesati a confronto con gli effetti che ha su di me la conoscenza del cambiamento climatico. Secondo me, il cambiamento climatico antropogenico (causato dall’uomo) è una certezza, quindi l’incertezza non è un problema per me. Se non affrontato ora – ed in modo efficace – la vita sul pianeta sarà molto diversa e molto più pericolosa. So di aver contribuito al problema come individuo che si è goduto lo stile di vita dipendente dall’energia che conosciamo oggi. Ma so anche che come singolo individuo non posso fare una gran differenza. Un sentimento di impotenza è stata la mia prima reazione quando ho capito pienamente la situazione. Ho trovato molto frustrante non essere in grado di trovare qualcosa che possa essere d’aiuto. La mia prima strategia è stata di parlare alle persone per cercare di incoraggiare la comprensione fra quelle intorno a me. Questo ha portato a una frustrazione maggiore – e più acuta – man mano che scoprivo  di conoscere molti negazionisti climatici dei quali non potevo cambiare le opinioni.

La mia angoscia è venuta anche dal considerare il destino dei miei figli, nipoti e generazioni successive di persone ovunque nel mondo. E’ venuta anche dal riconoscere che solo un cambiamento su larga scala oltre i confini internazionali farà una differenza significativa per il destino dell’umanità. Contrariamente alla mia relativa equanimità di fronte all’angoscia ed alla sofferenza di pazienti e famiglie, ho quello che sembra essere un senso di paura più profondo (di solito quando un amico negazionista climatico mi ha irritato). Mi disturba ciò che a me sembra un uso eccessivo di motori a benzina, dall’usare una macchina ciascuno su autostrade intasate al ronzio costante della macchine da giardinaggio. Mi arrabbio e sono frustrato nell’ascoltare politici, capi d’affari e giornalisti che non capiscono la situazione o che dicono di capirla ma che non si comportano di conseguenza. Ognuno di questi promemoria risveglia la mia paura di quello che sta arrivando in piccole dosi quotidiane. Questi risvegli si accumulano rendendomi una persona più seria, penso, e devo lavorare per non cadere nel pessimismo. Non mi sento depresso e penso che me ne renderei conto se lo fossi. Potrebbe essere che la mia esperienza professionale, gli anni passati ad avere a che fare con cattive notizie e momenti difficili (per i pazienti), in qualche modo abbiano migliorato la mia capacità di affrontare i miei sentimenti sul cambiamento climatico? I negazionisti climatici (alcuni di loro) stanno solo tentando di evitare le paure che sorgono una volta accettata la verità di quanto sta per succedere?

Per anni ho sostenuto l’accettazione delle cattive notizie per persone che muoiono di cancro, di modo che possano prendere decisioni giuste alla fine della vita. Sembra che ci sia uno stretto parallelo con quella situazione. Le perone possono prendere decisioni giuste soltanto quando conoscono ed accettano tutti i fatti.

Stati mentali

Non tutte le persone elaborano il cambiamento allo stesso modo. Lo psicologo norvegese Per Espen Stoknes dice che quelli che soffrono sono coloro che interiorizzano la scienza, si preoccupano profondamente e spesso vivono direttamente gli effetti del cambiamento climatico.

Allarmati – 13%

Credono che il cambiamento climatico sia una minaccia esistenziale ed è più probabile che soffrano di depressione, ansia da attesa e sdegno. Si sentono spinti ad essere parte della soluzione.

Preoccupati – 31%

Vedono la necessità di una risposta forte, ma non cambiano significativamente il loro stile di vita. Potrebbero non rendersi conto di soffrire del “lento stillicidio” della preoccupazione climatica.

Cauti – 23%

Tendono a vederlo come il problema di qualcun altro. Cercano modi per giustificare i propri stili di vita. A volte vengono chiamati “ritardatori”.

Disimpegnati – 7%

Difficilmente notano le notizie sul cambiamento climatico e le trattano più che altro come rumore di fondo. Il loro distacco li protegge dall’angoscia psicologica.

Dubbiosi – 13%

Inventano scuse per giustificare gli stili di vita che contribuiscono al problema. La scienza non è definita, dicono. Le loro credenze sono rinforzate da reti sociali e professionali.

Sprezzanti -13%

Definiti spesso “negazionisti”, sono convinti che il cambiamento climatico sia una truffa mirata alla redistribuzione della ricchezza globale. Si rifiutano di cambiare i loro stili di vita.

Fonte: A cosa pensiamo quando cerchiamo di non pensare al riscaldamento globale (2015)


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Angoscia da cambiamento climatico

Gli effetti psicologici della percezione della gravità del cambiamento climatico sono sicuramente importanti, ma se ne sa poco e se ne parla anche poco. Ma come spiegare il diniego, e financo il disprezzo, di tanta gente di fronte al disastro che ci troviamo davanti? Forse, molte posizioni estreme sono semplicemente il risultato della paura. Troppo grande è l’impatto di quello che abbiamo di fronte, troppo spaventose le sue conseguenze. E allora, meglio negare, negare con forza, piuttosto che guardare in faccia gli eventi. Finché possiamo.

Su questo punto, ci racconta qualcosa il Dr. Outcherlony che ha lavorato per anni con l’accettazione della morte per i pazienti terminali. Non è una cosa tranquillizzante accostare il cambiamento climatico planetario alla morte fisica individuale, ma è inevitabile arrivati a un certo livello. E così, ecco queste riflessioni, intitolate

Il viaggio di un medico dalle cure palliative alla disperazione climatica  

Da “the star”. Traduzione di MR (via Bodhi Paul Chefurka)

David Ouchterlony ha passato anni ad affrontare con calma la morte. La lezione di quella esperienza può aiutare a smorzare l’angoscia che prova adesso per il cambiamento climatico?

Cortesia di  David Ouchterlony Nonostante il suo lavoro come coroner e nelle cure palliative, David Ouchterlony deve lavorare per non cadere nel pessimismo impresso dalla sua angoscia per il cambiamento climatico.


Di Tyrel Hamilton

Speciale di David Ouchterlony per “the Star”.

David Ouchterlony è un coroner (ufficiale medico legale) che ha passato 10 anni come medico per cure palliative al Centro Temmy Latner Centre per le Cure Palliative dell’Ospedale Mount Sinai. Qui mette a confronto la sua esperienza quotidiana con la sofferenza degli altri con lo stress emotivo che prova quando pensa al cambiamento climatico.

E’ difficile per me separare i miei sentimenti su cattive notizie, sofferenza e morte che ho sviluppato nelle cure palliative da quelle che ho sviluppato come coroner. Ci sono medici che fanno seminari di divulgazione per identificare ed affrontare lo stress del mestiere medico. Non ho mai sentito il bisogno di iscrivermi ad uno di quei seminari. Non ho mai sentito che la mia esperienza coi pazienti morenti e il lutto delle famiglie mi abbia causato angoscia tale da trascinarla con me nella vita.

Dormo bene, mi tengo in forma, ho amici ed un matrimonio felice e rido un po’ tutti i giorni. D’altra parte, devo riconoscere quasi ogni giorno che la morte è sempre intorno a me. Vedo corpi morti, parlo a membri di famiglie scioccate e/o in lutto sulla scena della morte o per telefono e scrivo i rapporti delle mie investigazioni. Quindi o molti più promemoria della morte della maggior parte delle persone, persino più della maggior parte dei medici. Come mi condiziona questo? E’ difficile dirlo. Mi servirebbe un gemello per fare un confronto. Di sicuro ci sono momenti tristi e non di rado mi commuovo fino quasi a piangere, specialmente quando parlo coi genitori e sento espressioni di amore mentre affrontano la merte di neonati e bambini. Tuttavia questi momenti sono brevi e spesso dimenticati nell’impegno dell’investigazione. I cambiamenti che vedo in me stesso che potrebbero essere attribuiti a questo lavoro medico sono diversi. Mi viene più spesso ricordato il fatto che la morte è inevitabile, rispetto alla maggior parte della gente. Rimane da vedere accetterò di più la morte quando arriva la mia ora.

Forse sono anche più consapevole dei pericoli intorno a me è più timoroso della morte accidentale degli altri. Guido più lentamente di quanto non facessi. Mi tengo sempre al corrimano quando discendo le scale. Mi faccio i controlli e le colonscopie di screening. Ho smesso di sciare (in realtà non mi è mai piaciuto più di tanto). Questi sentimenti ed azioni che provengono dal mio lavoro sembrano banali se soppesati a confronto con gli effetti che ha su di me la conoscenza del cambiamento climatico. Secondo me, il cambiamento climatico antropogenico (causato dall’uomo) è una certezza, quindi l’incertezza non è un problema per me. Se non affrontato ora – ed in modo efficace – la vita sul pianeta sarà molto diversa e molto più pericolosa. So di aver contribuito al problema come individuo che si è goduto lo stile di vita dipendente dall’energia che conosciamo oggi. Ma so anche che come singolo individuo non posso fare una gran differenza. Un sentimento di impotenza è stata la mia prima reazione quando ho capito pienamente la situazione. Ho trovato molto frustrante non essere in grado di trovare qualcosa che possa essere d’aiuto. La mia prima strategia è stata di parlare alle persone per cercare di incoraggiare la comprensione fra quelle intorno a me. Questo ha portato a una frustrazione maggiore – e più acuta – man mano che scoprivo  di conoscere molti negazionisti climatici dei quali non potevo cambiare le opinioni.

La mia angoscia è venuta anche dal considerare il destino dei miei figli, nipoti e generazioni successive di persone ovunque nel mondo. E’ venuta anche dal riconoscere che solo un cambiamento su larga scala oltre i confini internazionali farà una differenza significativa per il destino dell’umanità. Contrariamente alla mia relativa equanimità di fronte all’angoscia ed alla sofferenza di pazienti e famiglie, ho quello che sembra essere un senso di paura più profondo (di solito quando un amico negazionista climatico mi ha irritato). Mi disturba ciò che a me sembra un uso eccessivo di motori a benzina, dall’usare una macchina ciascuno su autostrade intasate al ronzio costante della macchine da giardinaggio. Mi arrabbio e sono frustrato nell’ascoltare politici, capi d’affari e giornalisti che non capiscono la situazione o che dicono di capirla ma che non si comportano di conseguenza. Ognuno di questi promemoria risveglia la mia paura di quello che sta arrivando in piccole dosi quotidiane. Questi risvegli si accumulano rendendomi una persona più seria, penso, e devo lavorare per non cadere nel pessimismo. Non mi sento depresso e penso che me ne renderei conto se lo fossi. Potrebbe essere che la mia esperienza professionale, gli anni passati ad avere a che fare con cattive notizie e momenti difficili (per i pazienti), in qualche modo abbiano migliorato la mia capacità di affrontare i miei sentimenti sul cambiamento climatico? I negazionisti climatici (alcuni di loro) stanno solo tentando di evitare le paure che sorgono una volta accettata la verità di quanto sta per succedere?

Per anni ho sostenuto l’accettazione delle cattive notizie per persone che muoiono di cancro, di modo che possano prendere decisioni giuste alla fine della vita. Sembra che ci sia uno stretto parallelo con quella situazione. Le perone possono prendere decisioni giuste soltanto quando conoscono ed accettano tutti i fatti.

Stati mentali

Non tutte le persone elaborano il cambiamento allo stesso modo. Lo psicologo norvegese Per Espen Stoknes dice che quelli che soffrono sono coloro che interiorizzano la scienza, si preoccupano profondamente e spesso vivono direttamente gli effetti del cambiamento climatico.

Allarmati – 13%

Credono che il cambiamento climatico sia una minaccia esistenziale ed è più probabile che soffrano di depressione, ansia da attesa e sdegno. Si sentono spinti ad essere parte della soluzione.

Preoccupati – 31%

Vedono la necessità di una risposta forte, ma non cambiano significativamente il loro stile di vita. Potrebbero non rendersi conto di soffrire del “lento stillicidio” della preoccupazione climatica.

Cauti – 23%

Tendono a vederlo come il problema di qualcun altro. Cercano modi per giustificare i propri stili di vita. A volte vengono chiamati “ritardatori”.

Disimpegnati – 7%

Difficilmente notano le notizie sul cambiamento climatico e le trattano più che altro come rumore di fondo. Il loro distacco li protegge dall’angoscia psicologica.

Dubbiosi – 13%

Inventano scuse per giustificare gli stili di vita che contribuiscono al problema. La scienza non è definita, dicono. Le loro credenze sono rinforzate da reti sociali e professionali.

Sprezzanti -13%

Definiti spesso “negazionisti”, sono convinti che il cambiamento climatico sia una truffa mirata alla redistribuzione della ricchezza globale. Si rifiutano di cambiare i loro stili di vita.

Fonte: A cosa pensiamo quando cerchiamo di non pensare al riscaldamento globale (2015)


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C’è un giusto modo di pensare e di agire?

MODI DI PENSARE E DI AGIRE
C’è un giusto modo di pensare ?
C’è un giusto modo di agire ?
Io penso di SI

Una riflessione di “Madre Terra”
Il territorio degli Indiani d’America fu invaso dagli Europei.
Gli Indiani non reagirono tutti nello stesso modo, bensì in vari modi.
Un modo fu questo :
– combatteremo contro i bianchi per difendere il possesso dei territori su cui viviamo.
Un altro fu questo : 
– i bianchi sono troppi e hanno armi troppo potenti, saremo sconfitti : faremo dei patti con loro.
Erano ambedue giusti modi di pensare.
C’era però un modo sbagliato di pensare :
– era quello degli Europei che si arrogavano il diritto di invadere il territorio altrui. 
Così è per tutti i pensieri del mondo.
C’è sempre un modo giusto e uno sbagliato di pensare.
Il modo giusto di pensare per gli esseri umani può essere così riassunto :
NON siamo una specie privilegiata : abbiamo gli stessi diritti e doveri delle altre specie viventi, animali, vegetali, minerali, liquidi e gas.
NON siamo un popolo privilegiato : abbiamo gli stessi diritti e doveri degli altri popoli umani.
NON sono un individuo privilegiato : ho gli stessi diritti e doveri dei miei simili.
Se NON adottiamo questo modo di pensare, le nostre grandi capacità mentali ci porteranno a distruggere il mondo.
E’ quello che sta accadendo.

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C’è un giusto modo di pensare e di agire?

MODI DI PENSARE E DI AGIRE
C’è un giusto modo di pensare ?
C’è un giusto modo di agire ?
Io penso di SI

Una riflessione di “Madre Terra”
Il territorio degli Indiani d’America fu invaso dagli Europei.
Gli Indiani non reagirono tutti nello stesso modo, bensì in vari modi.
Un modo fu questo :
– combatteremo contro i bianchi per difendere il possesso dei territori su cui viviamo.
Un altro fu questo : 
– i bianchi sono troppi e hanno armi troppo potenti, saremo sconfitti : faremo dei patti con loro.
Erano ambedue giusti modi di pensare.
C’era però un modo sbagliato di pensare :
– era quello degli Europei che si arrogavano il diritto di invadere il territorio altrui. 
Così è per tutti i pensieri del mondo.
C’è sempre un modo giusto e uno sbagliato di pensare.
Il modo giusto di pensare per gli esseri umani può essere così riassunto :
NON siamo una specie privilegiata : abbiamo gli stessi diritti e doveri delle altre specie viventi, animali, vegetali, minerali, liquidi e gas.
NON siamo un popolo privilegiato : abbiamo gli stessi diritti e doveri degli altri popoli umani.
NON sono un individuo privilegiato : ho gli stessi diritti e doveri dei miei simili.
Se NON adottiamo questo modo di pensare, le nostre grandi capacità mentali ci porteranno a distruggere il mondo.
E’ quello che sta accadendo.

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Lo strano caso della ministra "caduta per amore"

di Ugo Bardi

Non so cosa ne pensate voi, ma a me questa cosa delle dimissioni del ministro Guidi non mi suona giusta. Per niente. Ci stanno propinando una storia che sembra veramente una telenovela, come detto esplicitamente nel titolo di un articolo di Monica Setti “La ministra caduta per amore.” Caduta per amore? Ma cosa ci raccontate?

Già il fatto delle dimissioni immediate dopo lo scandalo è cosa strana per l’Italia, specialmente notando che il ministro Boschi, anche lei è coinvolta in questa storia, non ha mosso un sopracciglio. Ma quello che è veramente strano è che Federica Guidi sia stata così ingenua da raccontare per telefono al suo compagno che aveva fatto inserire nella legge un emendamento che faceva comodo a lui. Ma è possibile? Una che arriva a diventare ministro della repubblica è una fessacchiotta che si fa fregare in questo modo? Non lo sa quanto è facile intercettare una telefonata?

Non ho nessuna informazione particolare a proposito della signora Guidi. Mi sono limitato a fare un giro sul Web dal che sembrerebbe proprio che la ex-ministra sia tutto fuori che una fessacchiotta. Ha un curriculum di tutto rispetto e non è certamente stata scelta a caso come ministra. In questi incarichi girano soldi, e parecchi soldi e il ministro Guidi non era scevra di potenziali conflitti di interesse. Forse poi tutta la faccenda ha qualcosa a che vedere col fatto che Guidi sia alleata di Berlusconi.

Insomma, non voglio fare il complottaro, ma questa storia mi ricorda tanto quei telefilm americani dove il poliziotto cattivo mette in tasca al protagonista una bustina di cocaina per poi ritrovarla e sbatterlo in galera. Cosa è successo, allora, con la ministra Guidi? Una pugnalata alla schiena contro Renzi? Una vendetta trasversale? Una resa dei conti all’interno del “cerchio magico”? O forse veramente un ministro ingenuo e pasticcione? Probabilmente, non lo sapremo mai. L’unica cosa sicura è che qualsiasi cosa succeda non ce la raccontano mai giusta. E quando c’è di mezzo il petrolio, è anche peggio.

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Lo strano caso della ministra "caduta per amore"

di Ugo Bardi

Non so cosa ne pensate voi, ma a me questa cosa delle dimissioni del ministro Guidi non mi suona giusta. Per niente. Ci stanno propinando una storia che sembra veramente una telenovela, come detto esplicitamente nel titolo di un articolo di Monica Setti “La ministra caduta per amore.” Caduta per amore? Ma cosa ci raccontate?

Già il fatto delle dimissioni immediate dopo lo scandalo è cosa strana per l’Italia, specialmente notando che il ministro Boschi, anche lei è coinvolta in questa storia, non ha mosso un sopracciglio. Ma quello che è veramente strano è che Federica Guidi sia stata così ingenua da raccontare per telefono al suo compagno che aveva fatto inserire nella legge un emendamento che faceva comodo a lui. Ma è possibile? Una che arriva a diventare ministro della repubblica è una fessacchiotta che si fa fregare in questo modo? Non lo sa quanto è facile intercettare una telefonata?

Non ho nessuna informazione particolare a proposito della signora Guidi. Mi sono limitato a fare un giro sul Web dal che sembrerebbe proprio che la ex-ministra sia tutto fuori che una fessacchiotta. Ha un curriculum di tutto rispetto e non è certamente stata scelta a caso come ministra. In questi incarichi girano soldi, e parecchi soldi e il ministro Guidi non era scevra di potenziali conflitti di interesse. Forse poi tutta la faccenda ha qualcosa a che vedere col fatto che Guidi sia alleata di Berlusconi.

Insomma, non voglio fare il complottaro, ma questa storia mi ricorda tanto quei telefilm americani dove il poliziotto cattivo mette in tasca al protagonista una bustina di cocaina per poi ritrovarla e sbatterlo in galera. Cosa è successo, allora, con la ministra Guidi? Una pugnalata alla schiena contro Renzi? Una vendetta trasversale? Una resa dei conti all’interno del “cerchio magico”? O forse veramente un ministro ingenuo e pasticcione? Probabilmente, non lo sapremo mai. L’unica cosa sicura è che qualsiasi cosa succeda non ce la raccontano mai giusta. E quando c’è di mezzo il petrolio, è anche peggio.

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Svelato l’imbroglio: 9 ragioni per cui l’energia fotovoltaica non è una soluzione

Dal blog “Cassandra’s legacy

A little problem with photovoltaic panels (image from “The Telegraph”)

di Ugo Bardi

Dal comitato “salvateci dal sole”

Non si è mai parlato tanto di energia fotovoltatica come oggi, quando c’è chi ce la presenta come la soluzione miracolosa per tutti i problemi. Bene, vi possiamo dire che non è così facile, e vi spieghiamo perché.

1. Le celle fotovoltaiche non possono funzionare. Vi racconteranno che l’energia fotovoltaica viene creata da arcani processi generati dalla meccanica quantistica. Ma in realtà la meccanica quantistica è basata sul cosiddetto “principio di indeterminazione di Heisemberg.” E come può una scienza basarsi su qualcosa che è indeterminato fin dall’inizio? E’ come è possibile che funzionino cose basate su fondazioni così incerte?

2. Le celle fotovoltaiche non funzionano. C’è un semplice test che lo prova. Prendete in mano una cella fotovoltaica. Esponetela al sole. Toccatela in qualsiasi punto: sulla superficie, sui contatti, dove vi pare. Avete preso la scossa? No. Eppure, ci dicono che queste celle creano energia elettrica. Ma non è vero. E un ovvio imbroglio

3. Ci raccontano che i pannelli fotovoltaici funzionano con l’energia solare. Ora, se questo è vero, e se è vero che ci sono tanti pannelli fotovoltaici in giro, come stà che potete accendere il vostro asciugacapelli anche di notte o quando è nuvoloso? Evidentemente, siamo di fronte a un imbroglio.

4. Fate caso alla Casa Bianca. Vi ricordate di quando Jimmy Carter aveva montato dei pannelli fotovoltaici sul tetto della Casa Bianca? Era il 1979, e nel 1981 il presidente Reagan li aveva fatti togliere. Non vi sembra che ci doveva essere una ragione per questa decisione del presidente? Ovviamente, aveva scoperto la verità sui pannelli fotovoltaici. Non funzionano! Recentemente, Obama ha rimesso dei pannelli solari sul tetto della Casa Bianca. Ma questo prova soltanto che lui non è soltanto un Kenyota che ha usurpato la carica di presidente, ma che anche lui è parte del grande complotto.

5. Lo sapete delle scie chimiche? Su quelle terribili sostanze chimiche che sono sparpagliate nel cielo da cosiddetti aerei civili. Alcune di queste scie chimiche hanno a che vedere con l’imbroglio fotovoltaico. Non possiamo darvi dettagli, perché temiamo che i gatekeeper ci mandino i loro accoliti per metterci a tacere. Ma il fatto che i pannelli fotovoltaici non funzionano è altrettanto vero del fatto che le scie chimiche esistono; come ben sapete.

6. I pannelli fotovoltaici sono pericolosi per chi ci vive accanto. Come possiamo dire una cosa del genere? Beh, per prima cosa è ben noto che le pale eoliche sono cancerogene: è assolutamente provato. E si presume che i pannelli fotovoltaici creino la stessa forma di energia creata dalle torri eoliche. Ci deve ben essere una relazione! In aggiunta, ci sono tante persone che si ammalano di qualcosa e che hanno pannelli fotovoltaici sul tetto di casa. Non vi pare che questo vuol dire qualcosa?

7. I pannelli solari nascondono il sole: lo sapevate che risucchieranno tutto il sole e che non ce ne sarà più per voi? E’ vero, leggete qui.

8. I pannelli solari fanno strage di uccelli. In effetti, questo viene detto più che altro per i sistemi solari a concentrazione e per le pale eoliche. Ma noi siamo sicuri che anche i pannelli fotovoltaici uccidono gli uccelli, anche se il meccanismo non è ancora chiaro. Dopotutto, questi impianti sono costruiti dalle stesse persone, per cui devono avere gli stessi effetti.

9. Il ruolo dei gatekeeper. Vi rendete conto che ci sono persone che perdono tempo a dir male di cose ormai ben chiare, come il fatto che la “fusione fredda” funziona?  e, allo stesso tempo, a dir bene dell’imbroglio fotovoltaico? Si, c’è per esempio questo tal Ugo Bardi che racconta di essere un professore universitario. Anche assumendo che lo sia per davvero, come mai perde tanto tempo a dir male di Andrea Rossi e del suo E-Cat, se non fosse che è pagato dalla lobby del fotovoltaico? Un’altra prova che è tutto un imbroglio


Il comitato “Salvateci dal sole” è un gruppo di persone preocculate che si dedicano a svelare l’imbroglio dell’energia rinnovabile e a smascherare gli alieni che si nascondono fra di noi. La sede del gruppo è in un luogo non specificato oltre il circolo polare artico.

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Svelato l’imbroglio: 9 ragioni per cui l’energia fotovoltaica non è una soluzione

Dal blog “Cassandra’s legacy

A little problem with photovoltaic panels (image from “The Telegraph”)

di Ugo Bardi

Dal comitato “salvateci dal sole”

Non si è mai parlato tanto di energia fotovoltatica come oggi, quando c’è chi ce la presenta come la soluzione miracolosa per tutti i problemi. Bene, vi possiamo dire che non è così facile, e vi spieghiamo perché.

1. Le celle fotovoltaiche non possono funzionare. Vi racconteranno che l’energia fotovoltaica viene creata da arcani processi generati dalla meccanica quantistica. Ma in realtà la meccanica quantistica è basata sul cosiddetto “principio di indeterminazione di Heisemberg.” E come può una scienza basarsi su qualcosa che è indeterminato fin dall’inizio? E’ come è possibile che funzionino cose basate su fondazioni così incerte?

2. Le celle fotovoltaiche non funzionano. C’è un semplice test che lo prova. Prendete in mano una cella fotovoltaica. Esponetela al sole. Toccatela in qualsiasi punto: sulla superficie, sui contatti, dove vi pare. Avete preso la scossa? No. Eppure, ci dicono che queste celle creano energia elettrica. Ma non è vero. E un ovvio imbroglio

3. Ci raccontano che i pannelli fotovoltaici funzionano con l’energia solare. Ora, se questo è vero, e se è vero che ci sono tanti pannelli fotovoltaici in giro, come stà che potete accendere il vostro asciugacapelli anche di notte o quando è nuvoloso? Evidentemente, siamo di fronte a un imbroglio.

4. Fate caso alla Casa Bianca. Vi ricordate di quando Jimmy Carter aveva montato dei pannelli fotovoltaici sul tetto della Casa Bianca? Era il 1979, e nel 1981 il presidente Reagan li aveva fatti togliere. Non vi sembra che ci doveva essere una ragione per questa decisione del presidente? Ovviamente, aveva scoperto la verità sui pannelli fotovoltaici. Non funzionano! Recentemente, Obama ha rimesso dei pannelli solari sul tetto della Casa Bianca. Ma questo prova soltanto che lui non è soltanto un Kenyota che ha usurpato la carica di presidente, ma che anche lui è parte del grande complotto.

5. Lo sapete delle scie chimiche? Su quelle terribili sostanze chimiche che sono sparpagliate nel cielo da cosiddetti aerei civili. Alcune di queste scie chimiche hanno a che vedere con l’imbroglio fotovoltaico. Non possiamo darvi dettagli, perché temiamo che i gatekeeper ci mandino i loro accoliti per metterci a tacere. Ma il fatto che i pannelli fotovoltaici non funzionano è altrettanto vero del fatto che le scie chimiche esistono; come ben sapete.

6. I pannelli fotovoltaici sono pericolosi per chi ci vive accanto. Come possiamo dire una cosa del genere? Beh, per prima cosa è ben noto che le pale eoliche sono cancerogene: è assolutamente provato. E si presume che i pannelli fotovoltaici creino la stessa forma di energia creata dalle torri eoliche. Ci deve ben essere una relazione! In aggiunta, ci sono tante persone che si ammalano di qualcosa e che hanno pannelli fotovoltaici sul tetto di casa. Non vi pare che questo vuol dire qualcosa?

7. I pannelli solari nascondono il sole: lo sapevate che risucchieranno tutto il sole e che non ce ne sarà più per voi? E’ vero, leggete qui.

8. I pannelli solari fanno strage di uccelli. In effetti, questo viene detto più che altro per i sistemi solari a concentrazione e per le pale eoliche. Ma noi siamo sicuri che anche i pannelli fotovoltaici uccidono gli uccelli, anche se il meccanismo non è ancora chiaro. Dopotutto, questi impianti sono costruiti dalle stesse persone, per cui devono avere gli stessi effetti.

9. Il ruolo dei gatekeeper. Vi rendete conto che ci sono persone che perdono tempo a dir male di cose ormai ben chiare, come il fatto che la “fusione fredda” funziona?  e, allo stesso tempo, a dir bene dell’imbroglio fotovoltaico? Si, c’è per esempio questo tal Ugo Bardi che racconta di essere un professore universitario. Anche assumendo che lo sia per davvero, come mai perde tanto tempo a dir male di Andrea Rossi e del suo E-Cat, se non fosse che è pagato dalla lobby del fotovoltaico? Un’altra prova che è tutto un imbroglio


Il comitato “Salvateci dal sole” è un gruppo di persone preocculate che si dedicano a svelare l’imbroglio dell’energia rinnovabile e a smascherare gli alieni che si nascondono fra di noi. La sede del gruppo è in un luogo non specificato oltre il circolo polare artico.

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Mercalli colpisce duro: e arriva la reazione

“Scala Mercalli” è una delle poche trasmissioni TV che presenta idee non allineate al pensiero unico che domina le trasmissioni. Mercalli non si lancia in polemiche accese, usa toni soffici, ma colpisce duro lo stesso.

E, come ci si poteva aspettare, la reazione è rabbiosa. Dopo l’attacco sconclusionato di Aldo Grasso, sul Corriere, arrivano ora i senatori del Pd in piena fibrillazione per le critiche di Mercalli alla sacra TAV.

Evidentemente, nonostante l’abbiano relegata in seconda serata, la trasmissione ha avuto un bell’impatto. Congratulazioni a Mercalli e speriamo che lo lascino continuare (cosa per niente ovvia, purtroppo)

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Mercalli colpisce duro: e arriva la reazione

“Scala Mercalli” è una delle poche trasmissioni TV che presenta idee non allineate al pensiero unico che domina le trasmissioni. Mercalli non si lancia in polemiche accese, usa toni soffici, ma colpisce duro lo stesso.

E, come ci si poteva aspettare, la reazione è rabbiosa. Dopo l’attacco sconclusionato di Aldo Grasso, sul Corriere, arrivano ora i senatori del Pd in piena fibrillazione per le critiche di Mercalli alla sacra TAV.

Evidentemente, nonostante l’abbiano relegata in seconda serata, la trasmissione ha avuto un bell’impatto. Congratulazioni a Mercalli e speriamo che lo lascino continuare (cosa per niente ovvia, purtroppo)

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