Come ridurre i consumi energetici e come cambiare la società attuale.
Molte persone, sensibili ai consumi energetici e alle fosche prospettive future (se non cambia la situazione), si chiedono:
Cosa bisogna fare per ridurre i consumi energetici?
Alcuni suggeriscono che: le singole persone possono fare molto per ridurre il loro impatto energetico, e quindi applicano una o più delle seguenti azioni:
1) Meno carburanti: Usano meno l’auto e vanno a lavoro o con i mezzi pubblici o con la bicicletta;
2) Meno dispersioni: Coibentano la loro casa (cappotto) in modo da ridurre le dispersione di calore;
3) Meno beni: Evitano di comprare beni superflui (che useranno poco o niente, come: 40 paia di scarpe o vestiti, 3 automobili, …);
4) Elettrodomestici efficienti: comprando quelli che consumano meno (classe A) e spegnendo gli apparecchi elettrici quando non sono in uso (invece di lasciarli in stand by);
5) Riuso: Riutilizzano i vestiti dei figli più grandi ai figli più piccoli;
6) Biologico: Utilizzano alimenti biologici coltivati senza l’uso di pesticidi o altro (derivati dal petrolio);
7) Riciclo: questo avviene a livello comunale riciclando i rifiuti.
Per vedere quali azioni sono più incisive nel risparmio energetico, sono stati misurati i consumi TOTALI delle varie famiglie che applicano uno o più di questi metodi; il risultato finale è stato che:
NON C’E’ NESSUNA RIDUZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI TOTALI!
Fig. A – Dopo tante azioni, nessuna riduzione dei consumi energetici!
Le prime spiegazioni date per questi risultati, evidenziavano un uso maggiore di un bene/servizio in coincidenza della riduzione degli altri. E anche quando lo si evidenziava a una data famiglia, finiva che si poteva ridurre l’uso di quel bene usato in eccesso, ma automaticamente ne spuntava un altro (nuovo, o consumato maggiormente rispetto al passato).
Ancora oggi, i cittadini sensibili alle problematiche energetiche, chiedono dei metodi per ridurre il loro impatto energetico, ma le risposte non sono state all’altezza delle aspettative, con risultati quasi nulli o solo apparentemente buoni.
Cercherò di chiarire alcuni aspetti rispondendo alle domande più comuni poste.
DOMANDE E RISPOSTE
Domanda.1)
Da cosa dipendono i nostri consumi energetici?
Risposta.1)
A questa domanda si è spesso risposto in modo intuitivo, dicendo che dipendono dalla quantità di combustibili fossili che utilizziamo (carburanti, cherosene da riscaldamento) e dal consumo di energia elettrica.
E difatti, le persone hanno pensato subito a ridurre il consumo di carburanti (usando meno la macchina o prendendone una più efficiente), o a ridurre il consumo di energia elettrica (spegnendo anche gli apparecchi in stand-by, e qualsiasi lucina che vedono accesa).
Il risultato globale è stato che:
non c’è stata nessuna riduzione dei consumi energetici totali!
In realtà i consumi energetici dipendono solo dal nostro reddito dedicato ai consumi (indipendentemente dal fatto che i soldi siano guadagnati o presi in prestito) adeguato al potere d’acquisto del Paese di riferimento.
Ecco perché ridurre i consumi in un dato settore non riduce i consumi totali, in quanto, i soldi risparmiati in un settore, vengono spesi in altri settori.
Secondo la teoria economica neoclassica, le famiglie consumano tutto il loro reddito; oppure considerare la Curva di Engel (economia) che rappresenta la quantità di consumi dei beni al variare del reddito (maggiore è il reddito, maggiori sono i consumi in valore assoluto).
Nella realtà, quando il reddito dedicato agli alimenti è una percentuale piccola del proprio reddito; i consumi si spostano (in percentuale) sempre più in altri settori (viaggi, beni di lusso) e una percentuale crescente viene tesorizzata (non viene spesa, o viene investita in titoli finanziari come obbligazioni, azioni).
Il reddito investito in titoli finanziari non incide nei consumi energetici, anche se può aumentare la ricchezza “apparente” della famiglia; in quanto, finché non verrà utilizzato, è come se non ci fosse; è solo un numero nei computer delle banche, e potrebbe anche succedere che una crisi finanziaria azzeri realmente tali capitali investiti (in Italia è successo con alcune banche, in cui i risparmiatori si sono visti quasi azzerare i loro soldi investiti in obbligazioni della banca).
Ecco perché lo Stato, quando vuole aumentare i consumi, interviene direttamente spendendo per la realizzazione di opere pubbliche; soldi sia presi dalle tasse che dai Titoli di Stato.
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D.2) Se i consumi dipendono dal reddito, allora la crisi economica del 2007/8 avrà inciso sui consumi energetici dell’Europa, mentre non in quelli della Cina?
Fig. C – Consumi energetici di Europa e Cina (*1)
(38% efficienza di conversione dell’energia primaria in energia elettrica)
R.2) Infatti tra il 2006 e il 2009 (prima e dopo la crisi economica del 2007/8) i consumi in Europa si sono ridotti di 140,1 Mtep, mentre salivano in Cina di 351 Mtep.
La riduzione del consumo di combustibili fossili (-142,9 Mtep) non è dovuta alla produzione delle fonti rinnovabili, che ancora erano poco sviluppate (+18,8 Mtep), tanto che, anche l’energia elettrica prodotta è si è ridotta (-32,5 Mtep).
Se consideriamo il periodo dal 2006 al 2014, vediamo che:
– I combustibili fossili si sono ridotti (-288,4 Mtep);
– l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili è stata di solo (+72,2 Mtep).
Quindi non è stata la produzione delle fonti rinnovabili a ridurre i consumi di combustibili fossili, riduzione che è stata 4 volte maggiore.
Il PIL Europeo è ricominciato a crescere, dopo la crisi economica, ma i consumi sono continuati a scendere, questo perché molti beni prodotti dall’industria pesate (vedi acciaio in primis) sono importati dalla Cina. Questo fa si che l’Europa abbia l’illusione di riuscire a ridurre i propri consumi energetici, mentre in realtà vengono conteggiata alla Cina, che ha avuto un aumento dei consumi di oltre il 50%, perché è diventata la fabbrica del mondo.
Fig. D – Produzione di acciaio in Cina
Nei consumi dell’Europa si dovrebbe tener conto dell’energia incorporata nei beni e servizi che utilizziamo.
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D.3) Allora a parità di reddito, se l’energia si riduce di prezzo, se ne consuma di più?
R.3) Si.
Può capitare che l’aumento dei consumi rimane nello stesso settore:
– si riduce il costo dei carburanti, allora i soldi risparmiati mi permetto di fare qualche viaggetto in più in macchina, magari il fine settimana;
oppure possono spostarsi in altri settori:
– i soldi risparmiati in energia elettrica, li utilizzo per allungare di qualche giorno le ferie estive.
Alcuni effetti sono diretti e immediati (possibilità di acquistare più beni usando lo stesso reddito); altri invece sono indiretti.
I bassi prezzi del petrolio possono stimolare l’economia dei Paesi consumatori, i quali aumenteranno il loro PIL e quindi il reddito pro-capite delle famiglie che lo potranno dedicare ai consumi; però, nel frattempo si riducono le entrate dei Paesi produttori, nei quali il PIL si riduce e di conseguenza anche i consumi.
Nel lungo periodo ci sarà un adeguamento (riduzione) dei redditi dei lavoratori che lavorano nel comparto dei combustibili fossili, oppure ci saranno dei licenziamenti (in media i redditi si ridurranno).
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D.4) I consumi delle famiglie dipendono dal numero di figli?
Fig. E – Famiglia con figli
R.4) No, se il reddito dedicato ai consumi rimane lo stesso (è il caso in cui sia tutto il reddito disponibile).
I consumi non dipendono dal numero dei figli della famiglia, ma dal reddito totale che la suddetta dedica ai consumi.
Se la famiglia utilizza tutto il proprio reddito (medio/basso) per i consumi: avere o non avere figli non fa differenza (nel presente).
Se invece il reddito della famiglia è medio/alto, in caso di presenza di figli, una percentuale maggiore verrà dedicata ai consumi, mentre si ridurrà quella tesorizzata.
I figli sono poi dei potenziali consumatori che, se c’è abbastanza energia disponibile e hanno possibilità di avere un reddito (lavoro), aumenteranno in futuro i loro consumi. Questo ha fatto si che i consumi energetici mondiali continuassero a crescere nel tempo; ciò non sarà possibile ancora a lungo.
Sarebbe meglio evitare che la popolazione cresca ancora per non esaurire velocemente le risorse energetiche rimaste.
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D.5) Se installo i pannelli fotovoltaici, riduco i consumi di combustibili fossili?
Fig. F1 – Produzione energia da rinnovabili
R.5) Dipende, ma in genere No!Si potrebbero fare tantissimi ragionamenti sugli impianti scollegati dalla rete (che non utilizzano totalmente l’energia prodotta), ma noi prendiamo il caso migliore in cui abbiamo un impianto e tutta l’energia prodotta la immettiamo in rete.
La prima cosa da capire è che c’è differenza tra il costo dell’energia primaria per produrre il PV, e il prezzo di vendita dell’energia elettrica prodotta, che invece è determinato dal mercato alla borsa elettrica, tramite l’equilibrio tra domanda e offerta.
Consideriamo un impianto PV con un EROEI=5.
Possono succedere i seguenti casi:
5.1) Una unità di energia elettrica prodotta, viene venduta allo stesso prezzo di una unità fossile. Questa vendita determina un extra reddito che viene utilizzato per i consumi di beni/servizi, i quali aumentano i consumi di combustibili fossili (in quanto l’energia PV è già stata tutta venduta).
Fig. F2 – Vendita a 1 e consumi extra fossili
I consumi dei fossili salgono vertiginosamente! Chiaramente, potrebbe succedere che una parte del reddito (solo una parte), invece di essere speso in consumi, venga tesorizzato; ma comunque i consumi di fossili salirebbero di meno, ma sarebbero lo stesso in aumento.
5.2) Una unità di energia elettrica prodotta, viene venduta a 1/5 di quella fossile. Questa vendita permette di recuperare le spese effettuate senza generare extra reddito.
Fig. F3 – Vendita a 1/5 e consumi fossili costanti
Esempio:
Una persona mi diceva che, grazie all’uso dei PV, era riuscito ad avere un netto risparmio economico nella bolletta elettrica e si sentiva a posto con la coscienza, perché così aveva ridotto i consumi di combustibili fossili. Poi mi evidenziava come, con i soldi risparmiati/guadagnati aveva fatto una seconda buona azione, quella di mandare sua figlia a studiare in Germania, così si arricchiva pure culturalmente.
Fig. F4 – Consumo di combustibili fossili spostato nei trasporti aerei
Rimase però sconvolto e preferì non continuare la discussione, quando gli evidenziai come: i combustibili fossili che aveva evitato di bruciare nella produzione di energia elettrica, invece venivano consumati da sua figlia per andare e tornare in aereo dalla Germania! Della serie, aveva solo spostato i consumi di combustibili fossili, da un settore (elettrico) a un altro (trasporti aerei).
5.3) L’energia elettrica viene regalata (è così abbondante che il suo prezzo arriva a zero), e si ha la perdita totale del capitale investito.
Fig. F5 – Vendita a zero (regalata) e leggera riduzione dei consumi fossili
Quindi anche nel caso in cui, l’energia rinnovabile produce 100, che sarebbe sufficiente a soddisfare i bisogni energetici, in realtà i consumi dei combustibili fossili si riducono solo del 20%.
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D.6) Allora qual è il metodo migliore e più semplice di ridurre i consumi energetici?
Fig. G – Povertà
R.6) Semplice… diventare poveri!
I poveri non hanno bisogno di ridurre gli sprechi, il loro basso reddito fa già comprare loro solo il necessario.
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D.7) Perché ridurre i consumi energetici, se questo si può ottenere solo diventando poveri?
R.7) In realtà, il problema di ridurre i consumi deriva solo dal fatto che, quelli attualmente maggiormente usati (i combustibili fossili) sono esauribili e inquinano l’ambiente.
In presenza di fonti quasi inesauribili o rinnovabili, il problema si sposta solo nel produrre abbastanza energia da poter soddisfare la domanda.
Il problem è che le fonti rinnovabili attuali non riescono a sostenere una società iper-consumistica come quella attuale. (*2)
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D.8) L’aumento d’efficienza dei beni utilizzati, riduce i consumi totali di energia?
R.8) No, ma ha un effetto positivo sul tenore di vita della famiglia, in quanto permette di usufruire di più beni/servizi a parità di reddito.
Fig. I – Lampadina Led (basso consumo)
Una famiglia con un reddito medio-basso potrà permettersi un tenore di vita medio (invece che basso), se i beni che utilizza sono efficienti (costano poco, o consumano poco). E’ sicuramente qualcosa di positivo, però non riduce i consumi totali che dipendono solo dal reddito dedicato ai consumi.
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D.9) Se NON volessi scegliere la soluzione della povertà, cos’altro si può fare per ridurre i consumi?
R.9) Non c’è bisogno di fare niente, perché la strada è già tracciata e ci porterà a una riduzione mondiale dei redditi delle famiglie e quindi dei lori rispettivi consumi.
– Le industrie di 4° generazione ridurranno gli operai nelle fabbriche;
– l’automazione/informatizzazione dei servizi (bancari, assicurativi, …) sta già riducendo gli impiegati.
– l’agricoltura è già da molto tempo che ha perso gli occupati ed eventuali nuovi occupati in tale settore, non saranno competitivi rispetto alle produzioni agricole industrializzate e automatizzate.
La disoccupazione sarà di massa e strutturale.
In passato tale disoccupazione è stata assorbita da altri settori; travasando gli occupati dal settore agricolo a quello industriale; e da quello industriale al terziario.
Il problema è che non c’è più un altro settore che possa assorbire i disoccupati dei settori precedenti.
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D.10) Gli economisti ci dicono che non ci sono problemi di energia e che sarebbe meglio fare tanti figli in modo che sia possibile pagare le pensioni del futuro (con l’aumento delle entrate fiscali e quindi del PIL). E’ giusto?
R.10) C’è già un eccesso di occupati. Una maggiore richiesta di beni verrà ampiamente soddisfatta dall’automazione di 4° generazione. Tale aumento di popolazione non farebbe altro che aumentare i disoccupati in circolazione e aggravare ulteriormente la situazione previdenziale (le persone disoccupate non aumentano il PIL e i consumi). Questo, era un metodo adatto per il secolo passato, in cui l’automazione era limitata e la nascita di nuovi settori assorbiva i disoccupati dell’industria.
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D.11) Quali sono i tempi a disposizione per poter gestire l’innovazione delle industrie di 4a generazione?
R.11) Massimo in 15 anni la rivoluzione avrà occupato ogni settore lavorativo.
Faccio un esempio di ciò che è accaduto negli ultimi 15 anni:
Fig. N – Innovazione tecnologica degli ultimi 15 anni (*3)
A fine 2001, il computer più potente al mondo era ASCI WHITE (vedere le caratteristiche nell’immagine), a 15 anni di distanza, la stessa potenza è disponibile in una scheda (TITAN X) che sta in una mano.
(11 Tflops = 11.000 Miliardi di operazioni matematiche al secondo (in virgola mobile)).
Oggi è possibile creare robot che hanno capacità motorie complesse che prima erano esclusive dell’uomo.I primi beneficiari di tutte le innovazioni attese (pile ad alta capacità, nuove fonti di energia elettrica), saranno proprio loro, i robot!
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D.12) Cosa faranno le persone per mantenersi economicamente?
R.12) Se non si interviene nella modifica del sistema capitalistico la nostra società è destinata a collassare.
In mancanza del reddito delle famiglie, la domanda di beni e servizi crollerà, ed anche le industrie di 4a generazione dovranno chiudere per mancanza di clienti.
Una soluzione potrebbe essere quella di cercare di ottenere un reddito di cittadinanza, ma questo rischia di NON essere sostenibile se le multinazionali continueranno ad evadere le tasse, spostando la loro sede legale nei paradisi fiscali. (Si sta cercando di risolvere questo problema a livello Europeo, mettendo una tassa Europea; è necessaria se non si vuole ridurre la popolazione alla fame).
Tale reddito di cittadinanza (basso), però garantirà un livello basso del tenore di vita, ma anche bassi consumi (siete stati accontentati).
I pochi posti che resteranno saranno quelli per le persone iper-specializzate.
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D.13) Non possiamo produrre più energia da fonti non fossili in modo da garantire un buon tenore di vita alle persone e nel frattempo rispettare: il clima e l’ambiente?
R.13) Si, certo che si può; ma usare una fonte energetica più economica dei combustibili fossili, non farà altro che spingere ancor più verso l’automazione.
Robot e computer richiedono energia elettrica per funzionare e più è abbondante ed economica e più sono convenienti da usare.
Quindi è necessario risolvere il problema del lavoro/reddito per le persone.
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D.14) Quindi la nostra società può crollare: sia per mancanza di energia che per abbondante energia economica? Sembra non esserci una soluzione!
Fig. Q – Spaventati
R.14) Il problema è complesso.
a) La necessità di voler ridurre i consumi energetici nasce dal fatto che non abbiamo fonti alternative ai combustibili fossili che possano sostenere questa società.
b) Nel caso in cui queste fonti ci fossero, (innovazioni in quelle attuali: tipo solare ed eolico; oppure invenzione/scoperta di nuove fonti energetiche) l’energia prodotta accelererà ulteriormente l’innovazione tecnologica e l’automazione spinta ai massimi livelli, con la considerazione che: ci saranno miliardi di persone che non avranno un lavoro che renda abbastanza per il loro mantenimento.
Se non si interviene:
– la differenza tra ricchi e poveri si amplierà ulteriormente;
– la disoccupazione diventerà strutturale e di massa;
– la disponibilità delle risorse non sarà garantita nel lungo periodo.
Sono problemi vecchi e nuovi che si stanno per manifestare in modo molto più incisivo che in passato e in tempi molto più brevi del previsto.
Se si risolve il problema di come produrre l’energia, anche il reddito di cittadinanza sarà fattibile con la giusta volontà politica. Il problema di come produrre l’energia è il primo e più importante, ma questo richiede anche dei cambiamenti sociali (reddito di cittadinanza); innovazione tecnologica, scientifica, equilibri geopolitici ecc.
Sono problemi che vanno affrontati a livello mondiale; i singoli Paesi possono fare poco (le multinazionali di 4a generazione sarebbero troppo forti).
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D.15) Chi dovrebbe gestire questi cambiamenti?
R.15) L’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), essendo composto da tutte le nazioni del mondo, dovrebbe avere un potere reale a livello mondiale.
Il problema è che: essendo i Paesi sovrani al loro interno, possono non accogliere le direttive dell’ONU; questo avviene specialmente perché ci sono Paesi potenti e privilegiati che vogliono mantenere i loro privilegi a discapito degli altri.
A livello di senso di giustizia, sembra un sopruso dei potenti rispetto ai deboli; caratteristica che sembra essere di tutto il genere umano e non solo di una parte, in quanto: se i Paesi deboli (o persone deboli) diventano forti, tendono ad avere il medesimo comportamento sugli altri.
In realtà, guardandolo dal punto di vista energetico o delle risorse, questo diventa un modo per ottimizzarle.
Nessuno pensa che sia giusto che TUTTI abbiano una Ferrari, solo perché i ricchi ce l’hanno.
Sono privilegi che i ricchi pagano a caro prezzo e che così facendo, finanziano la Ricerca che poi permetterà al resto della popolazione di avere prodotti migliori a bassi prezzi e collaudati pure.
Esempio:
Un’auto elettrica (la Tesla) è stata coinvolta in un incidente mortale, perché il suo sistema di guida non ha compreso bene lo stato dei veicoli intorno (un autocarro con una gru) ed ha causato l’incidente (è andata a sbattere sul braccio sporgente della gru); ciò sarà improbabile quando essa sarà disponibile per il grande pubblico, in quanto sarà già stata molto più collaudata.
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D.16) Un’alternativa alla soluzione ONU (del vogliamoci tutti bene)?
R.16) Da qualche anno le banche centrali hanno incominciato a stampare denaro (in realtà lo creano nella memoria dei computer) in quantità enormi, che in altri periodi della storia avrebbero portato l’inflazione a cifre esorbitanti.
Siccome il contesto è diverso (c’è carenza di domanda di consumi perché le persone stanno perdendo il lavoro o sono più incerte del loro futuro), e anche perché questo denaro non viene iniettato nell’economia reale, ma solo in quella finanziaria, in questo caso l’inflazione non si sta manifestando.
In una società ultra automatizzata, in cui poche multinazionali producono tutto quello che serve (impiegando il lavoro di una piccola percentuale persone ultra specializzate) e non pagano tasse (paradisi fiscali); risulta impossibile per gli Stati poter dare un reddito di cittadinanza (mancando il lavoro, come si mantengono?).
Possibili soluzioni:
1) tassare opportunamente le Multinazionali;
2) nazionalizzare le multinazionali (facendole acquisire dalle banche centrali e quest’ultime ridiventare dello Stato). Chiaramente, essendo poche le multinazionali e vista la loro dimensione, solo le banche centrali più importanti potrebbero fare una cosa del genere (BCE, FED, …). Questo porta alla conclusione, almeno con la BCE, che l’Europa diventi un unico Stato con un’unica Banca centrale ed un’unica moneta.
3) Creare nuovi settori dove spostare i lavoratori (manutenzione robot); o lavori dove le macchine sarebbero inefficienti.
Forse, quello che sta avvenendo in questi anni, per opera delle banche centrali, è proprio quella modifica al sistema capitalistico che è necessaria, onde evitare che la stragrande maggioranza della popolazione rimanga disoccupata e che si arrivi alle rivoluzioni.
Soluzioni ce ne possono essere più di una, bisogna vedere quale di queste è più adatta.
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D.17) Se la produzione tornasse a livello statale, quest’ultimo non potrebbe aumentarla in modo da garantire benessere a tutta la popolazione?
R.17) Essendo il capitale che si può investire limitato (le risorse sono finite), anche automatizzando il 100% della produzione, questa non potrà andare oltre un certo limite.
Fig. U1 – Produzione di stato stazionario (*5)
Aumentando il capitale investito (automazione), la produzione aumenta fino al limite in cui, l’ammortamento/manutenzione (deprezzamento) degli impianti equivale al capitale investito annualmente.
Sfortunatamente, il capitale energetico che possiamo investire seguirà una curva a campana (aumenterà ancora un pò, per poi incominciare a scendere), questo significa che la produzione, anche se automatizzata, scenderà (se non si utilizzano fonti alternative).
Fig. U2 – Disponibilità dei combustibili fossili
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D.18) Come possiamo evitare che la produzione diminuisca troppo?
R.18) Ogni innovazione tecnologica permette alla curva di produzione di poter salire di una certa quantità (*6). Se l’innovazione è continua, essa permette di:
– ottenere di più (produzione) a consumi costanti (energia);
– mantenere la produzione a consumi decrescenti di energia.
Fig. V – Equivalenza tra beni
Quello che è più importante, non è la quantità di beni, ma la quantità di servizi integrati.
Ogni tanto l’innovazione fa passi da gigante portando enormi benefici alle persone, questo è accaduto con:
– i computer, i cellulari, Internet, …
– la dematerializzazione (portare tutto il possibile in digitale: beni e servizi) è chiaramente un metodo per ottimizzare le risorse;
– la medicina (genetica) si spera faccia grandi passi in avanti; per esempio: il trattamento dei malati di diabete, ha costi enormi in tutto il mondo.
Questo ci fa capire perché: la continua innovazione tecnologica è per noi una necessità.
Sfortunatamente, non in tutti i settori il progresso tecnologico procede velocemente; in alcuni i benefici sono limitati (l’energia per fondere una tonnellata di ferro sarà sempre quella).
Quindi, la produzione di energia non deve scendere oltre un certo livello, perché se no, anche con l’innovazione (che richiede investimenti in Ricerca), non si riuscirebbe a garantire alle persone neanche il minimo necessario.
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Considerazioni finali
Come abbiamo visto, per risolvere i problemi complessi, spesso, le soluzioni migliori non sono quelle più semplici e intuitive, oppure quelle mosse dalle buone intenzioni.
(La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni)
Si dovranno prendere delle decisioni che, in base al punto di vista da cui le si guarda, potrebbero non essere considerate giuste (acquisti delle banche centrali), ma che poi potrebbero portare a quei cambiamenti necessari per fare in modo che non crolli tutta la società civile.
La politica dovrà giocare un ruolo importante: dovrà gestire l’economia.
Lo Stato dovrà essere in grado di garantire un sufficiente accesso ai beni prodotti dalle multinazionali (che potrebbero essere a partecipazione Statale, visto gli acquisti delle banche centrali); oppure facendo pagare: le tasse, le licenze o vincolando i prezzi (*4). Chiaramente parliamo di grandi Stati o federazioni di Stati.
Il ritorno alle monete nazionali e alla svalutazione, potevano andare bene per il secolo passato (in cui c’erano le risorse energetiche per poter aumentare la produzione), ma non andranno più bene per il futuro, in cui:
– le differenze economiche tendono ad aumentare (scomparsa ceto medio);
– l’automazione porterà alla disoccupazione strutturale di massa;
– le risorse tendono ad esaurirsi.
Sarebbe opportuno capire qual’è l’obbiettivo che si vuole raggiungere:
– E’ più importante l’interesse dei pochi straricchi?
– qual’è il valore della vita delle persone?
– qual’è la strada che il genere umano dovrebbe percorrere?
Fig. Z – Seconda stella a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino al…
Il mercato, anche nella situazione ideale di perfetta concorrenza, siccome promuove l’interesse individuale, non porta al massimo benessere sociale (che è dato dalla differenza tra i guadagni sociali e quelli privati (*7)).
Regolando opportunamente il mercato (a livello internazionale), magari si ritornerà alle famiglie di una volta, in cui c’era solo un genitore che lavorava fuori, mentre l’altro si occupava della casa e del figlio/i.
Sarebbe anche una vita più vivibile.
Se la politica tornerà ad avere un ruolo centrale e se l’economia verrà regolata a livello internazionale, una parte delle risorse umane liberate dall’automazione, potrebbero essere impiegate:
– per ottimizzare il rendimento delle fonti energetiche rinnovabili;
– per inventare nuove fonti di energia.
Avendo l’energia e le persone disponibili, magari si potrebbero impiegare molte più persone nella Ricerca, per: aumentare le nostre conoscenze sull’ambiente e su tutto il resto dell’Universo.
By Alessandro Pulvirenti
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Note:
(*1): Fonte dati energetici: bp (http://www.bp.com/en/global/corporate/energy-economics/statistical-review-of-world-energy.html)
(*2): Ce la facciamo a sostituire i fossili con le rinnovabili prima che sia troppo tardi? (http://ugobardi.blogspot.it/2015/09/ce-la-facciamo-sostituire-i-fossil-con.html)
(*3): Lista semestrale dei supercomputer più veloci al mondo (https://www.top500.org/lists)
(*4): Microeconomia – McGrawHill – Bominick (pag. 183: Regolamentazione del monopolio)
(*5): Macroeconomia – Pearson – Sloman – 8a edizione (pag. 285: Produzione di stato stazionario)
(*6): Macroeconomia – Pearson – Sloman – 8a edizione (pag. 290: Crescita economica in presenza di progresso tecnologico)
(*7): Microeconomia – McGrawHill – Bominick (pag. 258: Economia del benessere)
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